Un’idea di fisco c’è, mancano i soldi per trasformarla in realtà.
Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti, che ieri, a margine di un incontro con i giovani di Confindustria, aveva smentito la promessa di Berlusconi di una “riforma fiscale entro l’estate”, è tornato ad intervenire oggi per chiarire il senso delle sue parole, dopo che il ministro Maroni lo aveva invitato ad avere “più coraggio che prudenza”.
La riforma – secondo Tremonti – potrà entrare nell’agenda del Governo solo dopo aver reperito gli 80 miliardi necessari a mettere a posto i conti del nostro Paese e tenere fede alla politica del “deficit zero”.
“Io vi faccio la riforma, voi mi trovate 80 miliardi” – “Alla riforma ci penso da un anno e ho le idee assolutamente chiare su cosa è giusto per il fisco, su quali aliquote applicare. Non è un problema di posizione personale. – ha spiegato il ministro del Tesoro, intervenuto alla festa della Cisl di Bonanni – La questione è dove trovare i meccanismi finanziari. Potrei dire datemi ottanta miliardi ma è una cifra forse eccessiva. Ma non si può andare al bar a dire “da bere per tutti”. Chi paga? Voi. Io sono tentato di dire: vi faccio la riforma e voi mi trovate 80 miliardi”.
“Abbiamo il terzo-quarto debito pubblico al mondo – ha concluso – dobbiamo seguire un percorso di rientro sul deficit non per vincolo europeo, perche’ l’Europa non e’ solo una convention di burocrati, ma se hai una moneta comune hai anche una reponsabilita’ comune”.
Bossi: i soldi ci sono, ritiriamo le truppe – In merito alla querelle fra Tremonti e Maroni è intervenuto in serata anche il senatur Umberto Bossi, che ha elogiato il ministro del Tesoro – “ha dimostrato coraggio perche’ e’ andato contro corrente” – ma ha voluto chiarire che “i soldi ci sono”.
Per reperirli – ha spiegato Bossi, rinfocolando una polemica mai sopita sulla decisione del PdL, e poi del Governo, di aderire alla coalizione di “volenterosi” impegnati nella guerra in Libia – “basta chiudere la missioni chiamate di pace”.
“Per le missioni di pace abbiamo speso un miliardo di euro, una cifra spaventosa. Con quel miliardo di euro avremmo già fatto la riforma fiscale e non avremmo perso a Milano, non avremmo perso le ultime elezioni”.
80 miliardi e lo spettro della Spagna – E se Bossi promette che la ricetta per trovare i miliardi necessari sarà presentata domenica prossima al raduno leghista di Pontida, le parole di Giulio Tremonti sugli 80 miliardi da reperire per salvaguardare i conti fanno tremare sindacati e lavoratori, su cui già aleggiava lo spettro di una possibile e sussurata manovra “lacrime e sangue di 40/50 miliardi”.
E’ ragionevole credere, ancor più dopo le parole del ministro dell’Economia, che il Governo si appresti a varare un pacchetto di norme sul modello dei colleghi greci e spagnoli (alle prese oggi con i giovani e disperati “indignados”): vietato toccare rendite e grandi patrimoni, vietato mettere mano al sistema entrato in crisi, dovendo dare seguito alle direttive dell’Unione Europea non resta che la strada dei tagli.
Tagli ai salari, tagli ai servizi, tagli ai diritti.
Mattia Nesti