Con sessanta voti complessivi, Edoardo Nesi si è aggiudicato il primo posto nella cinquina di candidati al Premio Strega 2011, che sarà assegnato il prossimo 7 luglio nel ninfeo di Villa Giulia a Roma. Il suo romanzo, “Storia della mia gente” (Bompiani), sulla sua città, Prato, invasa dai cinesi, ha conquistato il maggior numero di preferenze dalla giuria chiamata a pronunciarsi sui protagonisti della sessantacinquesima edizione dello storico riconoscimento. «Speravo e pensavo di entrare in cinquina ma ero convinto di arrivare terzo – ha commentato Nesi subito dopo la designazione -. La prima sensazione è stata di sorpresa. Ma so che i giochi sono tutti fare».
Al secondo posto un inedito terzetto di autori a pari merito, tutti con quarantanove preferenze: Bruno Arpaia con “L’energia del vuoto” (Guanda), Mario Desiati con “Ternitti” (Mondadori), Mariapia Veladiano con “La vita accanto” (Einaudi) e “La scoperta del mondo” di Luciana Castellina, un diario autobiografico su un’adolescenza e una giovinezza segnati dall’iniziazione politica, edito da Ginevra Bompiani e presentato da Rosetta Loy e Antonio Debenedetti. Una new entry, per la prima volta in lizza per lo Strega, che con quarantacinque preferenze ha superato il bestseller da duecentomila copie di Fabio Geda, “Nel mare ci sono i coccodrilli”, edito da Baldini Castoldi Dalai, fermo a trentasette consensi.
«Sono comunque contento – ha dichiarato polemicamente Geda -. Ma la mia è una casa editrice indipendente, che perciò, come sappiamo, nelle logiche del concorso, che ognuno di noi conosce, aveva poche speranze. Qui non sono i libri al primo posto, ma i gruppi editoriali e le conoscenze dei singoli scrittori. Gli editori più piccoli non si possono nemmeno avvicinare ai vertici. Tullio De Mauro ha parlato di un imminente restauro delle dinamiche del premio, sarebbe bello se ciò avvenisse».
E sulle voci di una possibile variazione del regolamento da più parti auspicato, il direttore della Fondazione Bellonci, De Mauro, ha sottolineato: «Modifiche? In autunno, credo, qualcosa riusciremo a fare. Magari a settembre, col fresco. Abbiamo ricevuto delle proposte, alcune mi paiono interessanti. Per ora le abbiamo raccolte. Ma prima di ogni cambiamento, che non decido io, bisognerà sentire i titolari del marchio, l’azienda Alberti, i 400 Amici della Domenica e il comitato direttivo».
Valentina De Simone