Nuovo docufilm – Michel Petrucciani è un gigante del jazz, uno che alla sua morte – occorsa nel 1999 – ha lasciato un senso di vuoto in tutti gli amanti del pianoforte applicato alla musica colta. Alla faccia di chi pensa che la statura di un uomo si vede dalla sua altezza, il signor Petrucciani, alto meno di un metro, ha dimostrato che è ciò che si nasconde nei meandri della mente e dello spirito a fare di ognuno di noi quello che è. E questo è ciò che ha voluto dimostrare il regista Premio Oscar Michael Radford con lo splendido docu-film Michel Petrucciani-Body & Soul, in uscita nelle sale italiane il prossimo 22 giugno per la PMI Distribuzione.
Quando si dice, prendere le cose con filosofia. Petrucciani l’ha fatto: colpito da un’osteogenesi imperfetta sin dalla nascita (una rara malattia genetica, anche definita “sindrome delle ossa di cristallo”) il pianista francese di origini italiane ne ha colto il lato positivo – immaginavate ce ne fosse uno? – e si è dedicato anima e corpo allo studio della musica. “È stato un vantaggio avere quell’handicap”, soleva dire lui stesso, “mi ha impedito di avere altre distrazioni”. Ma poi certo non è uno che si sia risparmiato: la sua vitalità era trascinante, travolgente, primordiale. Petrucciani divorò ogni cosa migliore che la vita avesse da offrire, dall’arte, alla musica alle donne. E vedendo il documentario di Radford non si può non apprezzare il talento del musicista, l’ancestrale energia dell’uomo, la titanica e sorridente accettazione di un destino apparentemente tragico, che ha fatto di Petrucciani un modello di musicista e di uomo.
Roberto Del Bove