Andamento lento: se volessimo ricorrere a un’immagine canora per descrivere il ritmo del procedimento giudiziario in cui il premier, Silvio Berlusconi, risulta imputato per corruzione, potremmo prendere in prestito il verso del noto brano di Tullio De Piscopo. Dopo l’udienza di questa mattina a Milano e la sospensione delle prossime 4 udienze, il processo Mills riprenderà, infatti, tra un mese esatto, rendendo l’opzione della prescrizione (prevista per il 12 gennaio 2012) sempre più probabile. Ciò nonostante, il presidente del Consiglio, presente oggi in Aula, è apparso insolitamente serio. A impensierirlo è stata (forse) la testimonianza resa dall’armatore Attanasio, che – sbugiardando i difensori del Cavaliere – ha dichiarato di non aver mai pagato 600 mila dollari all’avvocato Mills.
Attanasio smentisce Ghedini – “Mai ho dato o regalato o prestato 600 mila dollari a Mills, non ce ne sarebbe stato il motivo”. Con queste svelte parole, l’armatore napoletano, Diego Attanasio, è riuscito questa mattina a rendere ancora più scomoda la posizione di Silvio Berlusconi nel processo Mills. Interrogato dal pm Fabio De Pasquale sulla cifra di 600 mila euro che, secondo la difesa di Silvio Berlusconi, sarebbe giunta nelle tasche del corrotto legale britannico partendo proprio dal suo conto, Attanasio ha categoricamente smentito. Non solo: “Mills è stato molto corretto sempre con me – ha aggiunto il testimone – al di là delle 250 mila sterline che mi doveva e che non riuscii a recuperare”.
Prescrizione più vicina – Dichiarazioni che non trovano riscontro con quanto finora sostenuto dagli avvocati del premier e che, con ogni probabilità, hanno indispettito lo stesso Berlusconi. Scuro in volto, il presidente del Consiglio non ha concesso nulla a nessuno, preferendo trincerarsi in un silenzio che ha mantenuto fino all’uscita dal palazzo di Giustizia di Milano. Di fatti però, la prescrizione del procedimento appare sempre più probabile: le prossime 4 udienze sono state sospese e il dibattimento in Aula riprenderà solo il prossimo 18 luglio, quando alcuni testimoni svizzeri, in videoconferenza da Berna, renderanno la loro versione dei fatti ai giudici milanesi.
Maria Saporito