Clarence Clemons – I suoi fan erano a conoscenza della sua salute ormai cagionevole a causa di un ictus che l’aveva colpito di recente, eppure ogni volta che se ne va un artista importante si rimane tutti increduli. Se si ammala qualcuno che avrebbe potuto ancora regalare meraviglia al mondo ci si sente tutti come se il Padre Eterno avesse il dovere morale di concedergli un miracolo, come se la sua vita fosse più importante di quella degli altri. Ieri si è spento Clarence Clemons, il sassofonista che per ben quarant’anni è stato al seguito del Boss, di Bruce Springsteen.
Morte – Una settimana dopo essere stato colpito da un ictus, all’interno della propria abitazione in Florida, Clarence Clemons se ne è andato, insieme a tutta la bella musica che avrebbe ancora potuto suonare. Di problemi di salute Big Man ne aveva anche prima di questo episodio. Dopo aver subìto interventi e aver sofferto per il dolore alla schiena ed alle ginocchia, Clarence Clemons aveva dichiarato a Rolling Stone che avrebbe suonato fino a quando la sua bocca, le sue mani ed il suo cervello sarebbero stati funzionanti. Chi non ricorda l’assolo in “Born to Run”? Quella era roba sua, era ciò che resterà per sempre nelle orecchie e nei cuori di quanti ebbero modo di apprezzare il suo contributo alla musica Rock.
Addio, Big Man – Clarence Clemons era soprannominato “Big Man”, grande uomo,a causa della propria stazza imponente. Ha suonato con Bruce Springsteen e la E Street Band per decenni, ma ha pubblicato anche lavori da solista. Ancora non aveva settant’anni Big Man, che oggi viene ricordato fra parole di commozione ed impeti di nostalgia. Ha suonato davvero fino a quando bocca, mani e cervello l’hanno assistito: il pensiero del fatto che i suoi piani di vita sono stati rispettati, dovrebbe rincuorare tutti coloro che hanno già iniziato a sentire la sua mancanza. Addio, Big Man!
Martina Cesaretti