F1, questione motori – Oltre al Gp del Bahrain e il nuovo regolamento anti-scarichi soffiati, un’altro tema scottante all’interno del paddock della è quello dei nuovi motori, ancora privo di una decisione ufficiale e condivisa. Dopo l’epoca del V10 e dei V8, la FIA capitanata da Jean Todt ha voluto cambiare decisamente rotta, puntando su dei propulsori da quattro cilindri 1600 di cilindrata parsimoniosi nei consumi e sempre più integrati con tecnologie elettriche quali ad esempio il Kers. Un scelta pienamente condivisa dai grandi costruttori, bisognosi di avere un rapporto diretto tra mondo della F1 e mercato dei modelli stradali, così come fermamente bocciata dagli appassionati e successivamente anche da Ferrari e Mercedes. Le due squadre infatti non hanno nessun interesse a produrre motori così piccoli, favorendo il nascere di due distinte fazioni che sta rallentando sempre di più l’arrivo di questa comunque importante rivoluzione.
Renault favorevole – Una situazione che la Renault, altro importante marchio ancora presente nella griglia di partenza (anche se non più come team bensì come motorista) non vuole accettare, mandando decisi segnali ai diretti interessati: “Noi non abbiamo cambiato idea. Ho già spiegato a Jean Todt e Bernie Ecclestone che noi spingiamo per l’arrivo dei nuovi motori per tre ragioni che sono piuttosto chiare. La prima è che vogliamo lavorare con tecnologie che possano creare un legame più forte tra Formula 1 e prodotto. La seconda è la riduzione dei costi e la terza è la possibilità di ottenere delle buone prestazioni” Rileva a Autosport Jean-Francois Caubet, responsabile di Renault Sport.
Chiaro ultimatum – Comunque l’interesse di fondo rimane sempre lo stesso: “Abbiamo ridotto i cost,i ma il problema della rilevanza rispetto alla produzione è un punto chiave per noi. Sappiamo le storie degli incontri tra Mercedes, Ferrari e Cosworth per posticipare l’arrivo delle nuove tecnologie, ma noi siamo contrari. Per questo devo dire che il futuro della Renault sta entrando nella “zona rossa“, perchè non possiamo pianificarlo senza certezze sui regolamenti” Una decisa frase, l’ultima possibilità per evitare che un altro importante marchio lasci il circus iridato dopo Honda, BMW e Toyota. Alla Federazione e ai team il compito di trovare un vitale accordo che possa far tornare il sorriso a tutti, anche se per adesso la missione pare proprio impossibile.
Riccardo Cangini