Lo hanno detto in tanti: il raduno sul “sacro prato” di Pontida, che ha da pochissimo preso il via, potrebbe rivelarsi una clamorosa bolla di sapone. Difficilmente, infatti, Umberto Bossi consegnerà alla base leghista la promessa di “staccare la spina” all’amico Silvio, e con ogni probabilità, invece, arringherà i presenti con alcuni annunci ad effetto, incapaci di turbare però l’attuale assetto governativo. In attesa di capire se le nostre previsioni sono esatte o meno, si segnala la presenza di un gigantesco striscione, posizionato di fronte al paco, con su scritto: “Maroni presidente del Consiglio“. Una scritta che al leader della Lega potrebbe provocare più di un mal di pancia e che sembrerebbe farsi espressione di un desiderio di “avvicendamento” nella dirigenza del partito – e del governo – da parte dei militanti più intransigenti.
Maroni premier – Il messaggio è inequivocabile ed è stato posizionato in un punto talmente strategico da non poter sfuggire allo sguardo di Umberto Bossi, che intorno a mezzogiorno calcherà il palco di Pontida. Il manifesto “sovversivo” per la prima volta non incensa il Senatur, ma il ministro degli Interni, Roberto Maroni. Più che una scritta, un auspicio, con il quale i leghisti più insofferenti (quelli che vorrebbero prendere le distanze dal Cavaliere, percepito ormai come una palla al piede) sembrano intenzionati a consegnare al loro leader un vero e proprio ultimatum: se non ci dimostrerai di voler cambiare passo, siamo pronti a detronizzarti.
Verso un nuovo eroe padano? – Un’interpretazione condivisa dagli speaker di Radio Padania, che hanno commentato: “Qualcuno avrà un travaso di bile“. Di certo il numero dei seguaci del Carroccio che seguono con crescente insofferenza le dinamiche relazionali tra i loro dirigenti e quelli del Pdl è destinato ad aumentare ancora. L’asse tra i due schieramenti appare – agli occhi di molti militanti – ormai irrimediabilmente crepata tanto da spingere a ipotizzare una fase successiva, capace di restituire ossigeno all’affaticata Lega. In questo ipotetico “Risorgimento” del Carroccio, il nome di Roberto Maroni è quello che, al momento, riscuote maggior successo. Il responsabile degli Interni ha, infatti, più volte dimostrato grande autonomia e ostentato anche un pizzico di sfrontatezza. Tanto quanto basta a far sognare ancora la base più disincantata, spingendola a credere che potrebbe essere proprio lui il nuovo eroe “padano”, capace di traghettare le camicie verdi verso le mete più agognate: decentramento e federalismo.
Maria Saporito