Domani il ‘No Cash Day’ contro il denaro contante

Domani è il ‘No Cash Day’, la giornata organizzata per sensibilizzare gli italiani sugli aspetti negativi dell’uso del denaro contante e spingere, quindi, ad un maggior utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici. L’iniziativa, sponsorizzata da Mastercard, è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero dello Sviluppo economico ed è stata organizzata da Geronimo Emili. Il ‘no cash day’ “è una piattaforma di comunicazione che punta a sensibilizzare i consumatori sui numerosi aspetti negativi del denaro contante e ad avviare un dialogo sull’uso responsabile della moneta tradizionale”, ha spiegato Emili, ricordando che “il contante ha un costo: la sua gestione in Europa vale 50 miliardi di euro l’anno, 10 di questi spesi dall’Italia”. Inoltre, “il contante contribuisce a gravi iniquità fiscali e sociali per i cittadini e incrementa il fenomeno del sommerso”.

Il ruolo dell’Italia. Secondo i dati di Bankitalia, in Europa attualmente sono in circolazione 13,6 miliardi di banconote per un ammontare di 815 miliardi di euro e circa 91,8 miliardi di monete per un valore di circa 22 miliardi di euro.
Il taglio più diffuso tra i contanti è il centesimo, che con 22 miliardi di pezzi raggiunge un valore di quasi 220 milioni di euro. Per quanto riguarda il costo del contante, la sua gestione in Europa vale 50 miliardi di euro l’anno, di cui 10 sono spesi dalla sola Italia. Ciò vuol dire che per pagare il personale, i servizi di conta, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza, le assicurazioni si spendono circa 200 euro a testa l’anno.

E quello dell’evasione. Se l’Italia è uno degli ultimi Paesi in Europa per uso di moneta elettronica, è il primo, però, per reddito imponibile evaso con il 54,6%. Il contante contribuisce a gravi iniquità fiscali e sociali per i cittadini che utilizzano i canali bancari, caratterizzati da maggiore tracciabilità, e alimenta il fenomeno del sommerso, che nel nostro Paese incide sul Pil per oltre il 20%, nascondendo ogni anno all’erario circa 180 miliardi di euro. La forte circolazione di contante nel nostro Paese, ancora, fa registrare un’eccessiva disparità anche tra le rapine in banca che avvengono in Italia e quelle che in media si verificano in Europa. Per Emili, infatti, esso “è anche un pericolo sociale”: “in Europa nel 2009 si sono registrate circa 1.800 rapine in banca, di cui il 40% in Italia”.

M.N.