Domus Mortem: il destino di un gatto in diretta, web in rivolta

Domus Mortem. Animalisti e non solo in rivolta sul web a causa di un sito inquietante, domusmortem.com. Aprendolo, una webcam inquadra un gatto in gabbia, sotto un conto alla rovescia, al termine del quale il felino potrà vivere o morire. La decisione, secondo quanto riporta lo stesso sito, sarà degli internauti, chiamati a salvare o condannare il peloso. Un po’ come il pollice alzato o il pollice verso dell’Imperatore nell’antica Roma, con tutte le differenze del caso. In poche ore la rete si è mobilitata, ha trovato gli indirizzi della polizia brasiliana, nazione in cui si troverebbe il gatto rinchiuso e l’ha allertata sull’apparente atrocità che qualcuno starebbe commettendo in diretta sul web.

Marketing estremo? Internet, che per chi la sa usare davvero, è sostanzialmente un pozzo senza fondo di informazioni, riserva comunque molte sorprese. Le ricerche degli internauti proseguono e giungono ad un sito brasiliano, che azzarda un’altra teoria. Secondo quanto riportato da zeusinmemoriam.blogspot.com, la presunta atrocità sarebbe in realtà una sorta di operazione di marketing, magari non troppo azzeccata, messa in atto da una società brasiliana, la“Icons4u”. In un post intitolato “Domus Mortem, una gran mentira” (letteralmente: una grande menzogna). Attraverso un  giro di nomi di domini internet, l’autore parrebbe aver scoperto una sorta di corrispondenza tra il sito domusmortem.com.br e la società di marketing brasiliana.

L’ipotesi peggiore. Quanto sopra contrasta però con il fatto che domusmortem.com, il sito che mostra in diretta il gatto, tra l’altro apparentemente in buona salute,  non ha l’estensione .br, chiamata invece in causa dal sito brasiliano. Il blog sudamericano comunque, in un aggiornamento, riporta di una specie di trasferimento dei contenuti da un sito all’altro. In ogni caso, mancando certezze, il gatto potrebbe veramente essere prigioniero ed attendere il verdetto del popolo del web. Il caso, oltre che alla polizia brasiliana (ammesso che il felino davvero sia in quel paese), è stato segnalato da una moltitudine di persone, sia alla Polizia postale che ai Carabinieri, che all’Interpol. Proprio con quest’ultima, secondo diversi commenti reperiti su facebook, starebbero collaborando anche i “mastini” della PETA. Quest’ultima, tra le organizzazioni animaliste più grandi del mondo e nota per le sue campagne di sensibilizzazione quantomeno orignali, starebbe appunto indagando per scoprire la vera natura della comunque macabra diretta e nel caso salvare il povero animale, rinchiuso in gabbia ormai da diversi giorni.

A.S.