Fiducia al decreto Sviluppo, Berlusconi raggiante: 317 voti, mai così forti

Il Governo c’è e non ha nessuna intenzione di mollare la presa. A guidare l’Italia fino al 2013 sarà il centrodestra, perché ne ha il diritto e perché è anche l’unica possibilità di cui tenere conto. Questo in sintesi il pensiero del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha commentato la fiducia ottenuta dalla maggioranza sul decreto Sviluppo discusso alla Camera.
Il Governo ha registrato 317 voti a favore, un numero che rinvigorisce le convinzioni del Premier sul prossimo futuro della legislatura: “Il voto di fiducia di ieri in quest’Aula sul decreto sviluppo ha dato un’indicazione molto positiva: la coalizione di centrodestra, infatti, per la prima volta da quando un gruppo di deputati eletti nel Pdl è passato all’opposizione, ha raggiunto quota 317, superando la soglia dei 316 voti cherappresenta la maggioranza assoluta della Camera. Questo significa che la maggioranza c’è, è forte e coesa ed è l’unica in grado di garantire la governabilità del Paese in un momento così difficile”.

Futuro roseo – Il presidente del Consiglio ha poi proseguito elencando quali saranno gli obiettivi da raggiungere: “Oltre alla stabilità le riforme sono i punti cardine del rilancio del Paese e sarebbe utilissimo uno sforzo comune per realizzarle al meglio”. Berlusconi si è anche impegnato nella difesa delle scelte economiche fatte dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti: “Non abbiamo seguito le sirene che ci invitavano a contrastare la crisi con stimoli fiscali, cioè con maggiore spesa pubblica. Così, mentre molti Paesi raddoppiavano o addirittura triplicavano nel corso della crisi il loro deficit in rapporto al pil. L’Italia non è andata in quella direzione“. Il Premier ha poi aggiunto: “Sarebbe stato da irresponsabili allargare la spesa pubblica per sostenere la crescita nel corso di una crisi in cui l’aumento del rapporto deficit-pil era già dettato dalla recessione. Così l’Italia si è assunta le proprie responsabilità nel contribuire al mantenimento della stabilità finanziaria e monetaria in Europa e ha sempre trovato sui mercati finanziari i sottoscrittori del proprio debito. E se oggi lo può ancora fare a tassi di poco superiori a quelli tedeschi di riferimento e non incontra problemi di collocazioni dei propri titoli, ciò lo si deve proprio alla politica seguita dal Governo“.

Simone Olivelli