Mentre a tenere banco sulla maggior parte dei media è la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di Salvatore Parolisi, sospettato ufficialmente dell’omicidio della moglie Melania Rea, la donna trovata senza vita lo scorso 20 aprile a Ripe di Civitella, un’altra vicenda – apparentemente parallela, ma secondo alcuni potenzialmente convergente alla prima – ha registrato un nuovo sviluppo: meno di quarantotto ore fa, a Roma, ha parlato il pm Paolo Ferraro, il magistrato recentemente sospeso dal Consiglio Superiore della Magistratura perché ritenuto inadatto a continuare nello svolgimento delle proprie mansioni.
Le motivazioni avanzate dal Csm sono direttamente collegate alle condizioni di salute mentale del pm che, però, dal canto suo ritiene di essere stato estromesso dal proprio lavoro per via dell’indagine da lui condotta sulla presenza di presunti poteri occulti all’interno del mondo militare: Ferraro, infatti, sostiene di aver scoperto l’esistenza di una setta satanica di cui farebbero parte diversi esponenti dell’esercito, un gruppo dedito a sacrifici, banchetti sessuali e riti esoterici.
La conferenza stampa – Il magistrato, nel corso dell’incontro con i giornalisti, organizzato presso lo studio di uno dei suoi due legali, l’avvocato Giorgio Carta, ha commentato così la vicenda che lo vede nel ruolo di protagonista: “Io mi ero limitato a dire che in una casa più persone, ragionevolmente ufficiali e uomini che abitavano in quella palazzina, alcune donne e ragazzini, partecipavano ad attività che non erano ‘normali’. Ho scoperto un mondo sotterraneo, sconosciuto, ambiguo, dove attività anche sessuali si sommavano in un contesto a me completamente ignoto“.
Paolo Ferraro ha poi proseguito dando un’opinione circa il provvedimento preso dal Csm, che ha deciso di sospendere il pm per quattro mesi: “La scelta che hanno fatto può essere dovuta al non aver letto a fondo tutto ciò che è stato oggetto di denuncia da parte mia e che può essere anche frutto di una minore comprensione dei fatti, la cui complessità e non ordinarietà giustifica”.
Il documento del Csm – Il provvedimento ratificato dal Csm farebbe leva su una situazione simile, accaduto un paio di anni fa, in cui Ferraro, dopo aver denunciato il plagio dell’allora compagna – che sarebbe stata convinta con metodi sui generis a partecipare a banchetti a base di sesso – da parte di personalità ambigue e legate forse al mondo esoterico, fece alcuni passi indietro accettando l’ipotesi di aver esagerato nelle supposizioni perché influenzato da uno stato d’animo eccitabile dal momento particolare che il magistrato stava vivendo. In quell’occasione, il pm avrebbe anche accettato di sottoporsi ad alcune cure psichiatriche che poi confermarono il pieno recupero della salute sia nella vita privata che in quella pubblica e lavorativa.
Questa volta, però, Ferraro assicura di essere in possesso di materiale multimediale che avvalorerebbe oltremodo i propri sospetti, ma il Csm pare non credergli e per tutta risposta sembra intenzionato a considerarlo un mezzo matto.
Per chi volesse, qui si possono leggere le motivazioni che hanno accompagnato la misura decisa dal Consiglio Superiore della magistratura.
Simone Olivelli