A quanto pare l’ “Autoritratto” di Van Gogh, esposto presso il celeberrimo Museo di Amsterdam, non ritrae il travagliato pittore, ma Theo, l’amato fratello di Vincent. Lo studio che afferma questa sconcertante verità è stato portato avanti proprio da degli esperti che lavorano presso il museo in cui si trova l’opera. L’elaborato in cui sono riportate le motivazioni che hanno spinto gli studiosi a formulare tale sentenza, è lungo circa seicento pagine: considerando il fatto che Van Gogh è un artista particolarmente amato da molti, saranno in tanti a voler almeno sfogliare tale studio.
È stato facile essere indotti in errore dal celebre dipinto: Vincent Van Gogh e suo fratello si somigliavano molto, ma vi sono dei tratti peculiari del volto di Theo che lo distinguono inconfondibilmente da Vincent. L’opera è stata confrontata con altri quadri del pittore e con delle fotografie che ritraggono Theo. Fra i dettagli che saltano all’occhio vi è, ad esempio, quello della barba: Vincent non si faceva la barba come l’uomo del ritratto. Inoltre l’orecchio del celebre pittore non era arrotondato come quello del fratello. Anche il colore degli occhi del soggetto ritratto e la forma del suo volto sono evidentemente molto più affini alla fisionomia di Theo piuttosto che a quella di Vincent.
Vincent Van Gogh era legato al fratello da un rapporto morboso, quasi simbiotico. Il celebre pittore si sentiva un tutt’uno con Theo al punto da definirlo “il coautore dei suoi quadri”. Sul fondo della sua disperazione di vivere e dietro alla sua morte si trova proprio l’ombra dell’amato fratello. Il fatto che non si sia riusciti a distinguere il volto di Theo da quello di Vincent per tanto tempo, forse significa che per il pittore non ci fosse molta differenza fra sé stesso ed il proprio fratello, che probabilmente amava molto più di quanto non s’amasse.
Martina Cesaretti