D’Alema su intercettazioni: Legge ora è troppo tardi

Il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, ha oggi detto la sua sulla spinosa questione delle intercettazioni, bollando come tardivi i tentativi di legiferare in materia paventati dall’attuale governo. Per il dirigente del Pd, una normativa equilibrata sulle intercettazioni – a tutela della privacy di tutti i cittadini – era stata proposta dall’esecutivo guidato da Romano Prodi, ma poi scartata dall’attuale premier. Da qui la caustica considerazione finale: “L’assenza di una norma a riguardo – ha notato D’Alema – deve essere imputata all’attuale governo”.

Scelta tardiva – “Ora è molto tardi per fare una legge sulle intercettazioni e del tutto inopportuno intervenire per decreto“. Lo ha detto poco fa il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, nel corso di un intervento pubblico a Roma. Per il dirigente del Pd, la proposta avanzata nelle ultime ore dal Pdl – che vorrebbe tentare (a suo avviso) di mettere la sordina ai compromettenti nastri trasmessi agli inquirenti di Napoli, che stanno ricostruendo l’intricata ragnatela relazionale tessuta da Luigi Bisignani – giunge, infatti, fuori tempo massimo.

L’equilibrio scartato – “Il governo Prodi – ha ricordato D’Alema – aveva presentato un disegno di legge equilibrato, che però Berlusconi ha scartato, puntando su una proposta che, anziché proteggere, come giusto, i cittadini, mirava a limitare l’uso delle intercettazioni come strumento d’indagine. Oggi c’è una valanga di intercettazioni di nessun rilievo penale – ha ammesso il democratico – ma l‘assenza di una norma a chi va imputata se non all’attuale governo?”.

Maria Saporito