Emanuela Orlandi, la quindicenne figlia del commesso pontificio di Karol Wojtyla rapita il 22 giugno 1983, sarebbe stata sequestrata per ordine del Vaticano. L’ipotesi shock proviene da Alì Agca, colui che attentò due anni prima alla vita del papa Giovanni Paolo II.
Il caso Orlandi, nato come un qualsiasi caso di cronaca si rivelò probabilmente essere qualcosa di più grande, un affare a cui sono stati avvicinati i servizi segreti italiani e stranieri, il governo Vaticano, gli equilibri precari durante la Guerra Fredda, ma anche i casi interni come la morte del banchiere Roberto Calvi e la criminalità organizzata.
Registrazione audio – Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, da sempre impegnato nella ricerca della verità circa quanto accaduto alla sorella, ha registrato un anno fa la conversazione avuta con Alì Agca, il quale gli raccontò la sua versione dei fatti, ipotesi che a detta dello stesso turco sarebbe avvalorata da prove indiscutibili. La registrazione fatta da Pietro Orlandi è stata ieri mandata in onda nel corso della trasmissione Chi l’ha visto?. Questa la trascrizione di quanto pronunciato da Agca: “Pietro ascoltami, questa è un’occasione unica e ultima per parlare di questa storia con nessuna illusione, capisci? Sono un uomo libero ormai, non ho bisogno di nulla, nessun potere occulto, allora io vi dirò la verità assoluta. E’ stata rapita dal governo Vaticano, ho delle prove indiscutibili. Hai capito? Soltanto per ottenere la mia liberazione. La decisione è venuta dal Vaticano. Io non ti dico nessun… però l’esecuzione del piano è stata fatta in collaborazione tra la Cia e il Sismi. L’hanno portata via ma il Vaticano sa tutto. Adesso come possiamo liberare Emanuela? Io direi alla madre Maria di entrare in Vaticano. Il governo Vaticano sa tutto”.
Poi Alì Agca aggiunge due suggerimenti: chiedere al cardinale Giovanni Battista Re, perché lui sa tutto, e ai domenicani perché anche loro hanno avuto un ruolo nella vicenda e, poi, spingere affinché Emanuela venga liberata, addossando la colpa ai Lupi Grigi. Un modo per uscirne tutti puliti e riavere Emanuela a distanza di ventotto anni.
Manicomio britannico – Negli scorsi giorni, un’altra segnalazione proveniente da un anonimo ex agente dei servizi segreti, nome in codice Lupo, aveva annunciato che la ragazza, oramai donna, si trova ricoverata in un ospedale psichiatrico del Regno Unito: lì sarebbe sedata e vivrebbe in condizioni di vita non buone.
Simone Olivelli