Giornata mondiale dei Puffi, tra interpretazioni totalitaristiche e massoniche

Sabato prossimo sarà celebrata la giornata mondiale in onore dei Puffi, il celebre fumetto – da cui è nato il cartone animato e a cui si inspira il film in 3D, prodotto dalla Sony, che arriverà nelle sale italiane a settembre – creato dalla matita del belga Pierre Culliford, da tutti conosciuto semplicemente come Peyo.
Tra i momenti più importanti della giornata ci sarà il tentativo di battere un record mondiale, quello relativo al maggior numero di puffi presenti sulla Terra nello stesso giorno: per riuscirci, non ci sarà bisogno di trovare un modo per rimpicciolirsi, ma basterà dipingersi il viso di blu e indossare un cappello bianco. L‘attuale record ammonta a una quota di 2510 facce blu.
La manifestazione – che coincide con la ricorrenza della data di nascita di Peyo – toccherà diverse nazioni tra cui Belgio, Grecia, Olanda, Irlanda, Messico, Panama, Polonia, Russia, Sudafrica, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Islanda Danimarca, Francia, Svizzera e, certamente, anche l’Italia.

Interpretazione ‘massonica’ – Ma le vicende narrate dal disegnatore belga non interessano solo i bambini, piccoli o grandi che siano. I Puffi sono stati nel corso degli anni motivo di ricerca per numerosi studiosi, specie in campo sociologico. Se c’è chi, come nel caso dello scrittore francese e professore di scienze politiche Antoine Bueno, intravede nel microcosmo blu una metafora dell’ideologia totalitaria, con la sua chiusura verso l’esterno come conseguenza dell’autarchia applicata in ogni aspetto della vita sociale, c’è anche chi ha provato a dare una lettura ‘massonica‘ all’opera di Culliford: a fare ciò è stato il professore Antonio Soro dell’università di Sassari.
In un libro intitolato I Puffi, la “vera” conoscenza e la massoneria ed edito da Edes nel 2005, Soro parla del mondo dei Puffi come la trasposizione sotto forma di disegni dell’ideale loggia massonica.
A trattare l’argomento è stato anche il sociologo Massimo Introvigne che in un articolo commenta le posizioni di Soro. Introvigne scrive: “I Puffi rappresenterebbe un esoterismo massonico di natura gnostica che la massoneria moderna, imboccata la via del razionalismo, avrebbe in gran parte smarrito. Secondo Soro, già i colori dei Puffi sono massonici. Il blu è il colore “pneumatico” dei figli del Dio misterioso nelle scuole gnostiche antiche. Il berretto bianco dei Puffi rappresenta la purezza cui lo gnostico aspira. Il Grande Puffo è “il Maestro di Loggia”, vestito – solo lui – con cappuccio e pantaloncini rossi. […] Se si esclude l’unica femmina, Puffetta, i Puffi sono novantanove, come i gradi di certe massonerie esoteriche […] Nell’interpretazione di Soro (i Puffi, ndr) sembrano essere – o meglio essere riusciti misteriosamente a ridiventare – quelli che una vasta tradizione esoterica chiama “pre-adamiti”, esseri vissuti prima di Adamo in uno “stato edenico primordiale”. Prima di Adamo, e del caos causato dagli uomini e rappresentato dall’episodio biblico della Torre di Babele, non è necessario un vocabolario completo. Nell’edenico stato di natura ci si comprende con poche parole. Così per i Puffi il verbo puffare” sostituisce quasi tutti i nostri verbi”.
Lo scritto di Introvigne prosegue poi parlando del nemico numero uno dei Puffi, Gargamella: “La Gran Loggia dei Puffi che pratica l’arte massonica […] è insidiata da Gargamella. Questi è il profano che cerca di entrare nel villaggio dei Puffi senza mai riuscirci, perché la Gran Loggia rimane chiusa al non iniziato. Gargamella è vestito di nero, il che potrebbe evocare la magia nera, ma per Soro è più probabile che si tratti di una “toga ecclesiastica” da prete o da rabbino ortodosso anti-massonico”.
Stando a quanto sostenuto da Soro, dunque, non rimane da chiedersi chi vestirà sabato prossimo i panni del Gran Maestro?

Simone Olivelli