Intercettazioni, Bersani non contraddice il Pdl: Distruggere quelle inutili

Se soltanto qualche giorno fa ad aggrottare le sopracciglia erano stati tutti quelli che si erano rivelati incapaci di giustificare, nei termini della naturale, almeno a livello teorico, dialettica tra maggioranza e opposizione, il colloquio avuto da Antonio Di Pietro con Silvio Berlusconi, oggi, probabilmente, un’altra fetta di elettori centrosinistra si chiederà perché Pierluigi Bersani abbia aperto uno spiraglio nei confronti del Governo per un futuro accordo in tema di intercettazioni.
Maturità politica capace di superare i pregiudizi reciproci nell’interesse del Paese o talento innato a fare comunella quando se ne presentano le necessità?
Il giudizio spetta ai lettori, anche se è innegabile che lo spettro di un’inchiesta come quella inerente la cosiddetta P4, dalle conseguenze difficilmente prevedibili considerato quanto influente fosse il gruppo di affaristi e faccendieri che ruotava attorno a Luigi Bisignani, potrebbe creare timori bipartisan.

Bersani: Solo intercettazioni utili – Il segretario del Partito Democratico si è oggi espresso sulla questione intercettazioni. Per Bersani, esisterebbe l’esigenza di regolare la legislazione sul tema anche se ha voluto chiarire che non si accetteranno proposte di bavagli. Tuttavia le dichiarazioni del leader del Pd, specie perché non distanti, almeno nella sostanza, da quelle degli esponenti del Governo, probabilmente avranno degli strascichi: “Noi abbiamo una posizione sul tema delle intercettazioni – ha dichiarato Bersani – ed anzi abbiamo già depositato una proposta di legge a firma Finocchiaro. […] Non vengano divulgate le intercettazioni che non devono essere divulgate, perché sono relative alla privacy”.
Il segretario del Partito Democratico ha aggiunto che “l’ultima volta il confronto abortì perché per noi è inaccettabile il divieto di poter utilizzare le intercettazioni per la formazione della prova” mentre sarebbe doveroso che ci fosse “un discrimine tra le intercettazioni da dare alle parti e quelle da distruggere“.

Berlusconi e l’inciviltà italiana – Chissà che effetto faranno le parole di Bersani al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che proprio oggi, ritornando a parlare di intercettazioni dopo tanto tempo, ha dichiarato che in Italia “non è vita non poter alzare il telefono e parlare liberamente e poi vedere le conversazioni sui giornali il giorno dopo, senza che ci sia nulla di penalmente rilevante”.
Il Premier avrebbe, inoltre, trovato la causa prima dell’inciviltà che regnerebbe nel nostro Paese: “Non è un Paese civile quello in cui non c’è garanzia dell’inviolabilità delle conversazioni telefoniche che poi appaiono sui giornali senza che abbiano un risvolto penale. Su questo credo che possano concordare tutti”.
A quanto pare anche il Partito Democratico ambisce a rientrare tra quel ‘tutti‘.

Simone Olivelli