Si svolgerà oggi, nel carcere di San Vittore a Milano, il nuovo interrogatorio – il primo da quando è detenuto – di Riccardo Bianchi, il ventunenne reo confesso del duplice omicidio di Ilaria e Gianluca Palummieri.
Il giovane dovrà tentare – o almeno è questa la speranza di inquirenti, genitori suoi e parenti delle vittime – come siano andate le cose tra la notte di mercoledì e quella di giovedì scorso: nella confessione di Bianchi vi sono ancora troppe zone d’ombra. L’assassino non ha saputo dare una spiegazione circa il movente che lo avrebbe spinto a uccidere prima l’amico, con cui era uscito mercoledì sera per fare un giro nei locali che si trovano sui Navigli, e poi a recarsi dalla ex fidanzata per seviziarla, violentarla e infine toglierle la vita, soffocandola con un sacchetto di plastica.
Arma del delitto – Bianchi non è riuscito a ricostruire nemmeno il modo con cui si sarebbe procurato il coltello utilizzato per infilzare circa venti volte Gianluca Palummieri, né il luogo in cui l’arma, adesso, si troverebbe.
Le prime analisi effettuate per conto degli inquirenti avrebbero confermato nel corpo la presenza di un elevato tasso alcolico – come d’altronde confermato dallo stesso assassino – ma non l’utilizzo di droghe. Inoltre, il tempo intercorso tra il primo e il secondo delitto è tale da ipotizzare una possibile ripresa di coscienza da parte del ventunenne che, tuttavia, continuò nel suo intento diabolico.
Complici – Gli inquirenti vogliono appurare anche i fatti inerenti alla presenza di possibili complici: Bianchi, dal canto suo, ha assicurato di aver fatto tutto da solo, tenendo il cadavere di Gianluca Palummieri nel portabagagli della propria Fiat Panda, per poi disfarsene a Rho, non prima di aver ucciso Ilaria.
Considerate le reazioni del giovane – che dopo essersi disfatto del corpo dell’amico si è recato dai propri genitori per raccontare quanto fatto – rimane da chiedersi il perché Bianchi decise di abbandonare Gianluca a Rho, avvolto in un lenzuolo. Un tentativo di occultamento e forse di depistaggio che non avrebbe ragione di esistere, vista la macabra confessione che l’assassino avrebbe fatto da lì a poco.
Nella foto: Riccardo Bianchi prima di essere portato in carcere.
S. O.