Sonisphere Festival – La prima edizione del Sonisphere Festival sul suolo italico si è conclusa con l’esibizione dei Linkin Park ieri sera. In quel di Imola si sono vissuti due giorni tra alti e bassi: da un lato un’organizzazione un pò così, dall’altra i grossi nomi che si sono alternati sul palco hanno lenito le difficoltà organizzative con una secchiata di grande musica metal e hard rock. Iron Maiden e Linkin Park i due headliner delle due serate.
Vergine di ferro – La prima giornata del festival si è chiusa con l’esibizione degli amatissimi Iron Maiden: una prestazione come consueto senza sbavature nè errori, con un Dickinson sugli scudi e tutta la band in ottima forma nonostante l’età e i numerosi tour alle spalle che non hanno minato, casomai hanno fortificato, l’unione dei 6 membri. Anche la scaletta proposta è sembrata valida, composta da un equilibrato alternarsi di brani vecchi e recenti, in particolare tratti dall’ultimo disco “The final frontier”. Certo, l’audience ha accolto con maggiore vigore i grandi classici come “The evil that men do” o “Hallowed be thy name”, ma i nuovi pezzi, in particolare “El Dorado”, non deludono se riproposti in sede live. I Maiden, insomma, non deludono mai.
Secondo giorno – Seconda giornata caratterizzata da gruppi meno heavy, ma pur sempre validi. Si sono alternati tra gli altri, sotto il gran caldo del pomeriggio di ieri, gli Alter Bridge (ottima prestazione la loro), i Sum 41, i The Cult, i My Chemical Romance (anche loro convincenti), quindi, in tarda serata, hanno chiuso i Linkin Park davanti a un pubblico di sole 8.000 persone. Una band di questo blasone avrebbe meritato ben altra audience, eppure la prestazione di Chester Bennington e soci è stata carica di adrenalina. Peccato solo per una durata dell’esibizione di soli 76 minuti contro i 100 annunciati. Meglio pochi ma buoni.
R. A.