Se il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, apre (almeno in apparenza), il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, chiude. Alla richiesta di dialogo avanzata due giorni fa dal premier in vista della presentazione della manovra economica, il numero uno dei democratici ha ieri risposto con un sonoro “no, grazie”. “C’è un posto che si chiama Parlamento – ha spiegato Bersani – lì siamo pronti a discutere di tutto”. Porte chiuse anche alla proposta avanzata da Pier Ferdinando Casini relativa a un possibile governo di emergenza nazionale: “E’ un’ipotetica del terzo tipo – ha tagliato corto il segretario del Pd – non è nelle disponibilità di chi la propone”.
Bersani: Si discute in Parlamento – “Dialogo è una parola che in queste circostanze non amo, perché è fumosa. C’è un posto che si chiama Parlamento, lì siamo pronti a discutere di tutto con le nostre proposte”. Così ieri Pier Luigi Bersani, nel corso di una conferenza stampa, ha risposto alla mano tesa dal presidente del Consiglio alla vigilia della presentazione della delicata manovra economica messa a punto da Giulio Tremonti. “Avevamo bisogno di crescere un po’ di più – ha osservato Bersani – e non saremmo nei guai nei quali siamo. Abbiamo fatto un po’ di proposte, ma niente”.
La battaglia sulla manovra – L’apertura di Silvio Berlusconi, insomma, desta nel leader dell’opposizione più di un sospetto. Per questo Bersani promette battaglia in Aula: “Non accettiamo dei diktat e neanche di veder ancora una volta colpiti welfare e lavoro – ha annunciato l’ex ministro riferendosi alla manovra economica che dovrebbe essere illustrata giovedì alla Camera – Li hanno triplicati loro gli aerei blu, adesso non facciano i santarellini“. E ancora: “Noi non abbiamo un governo in grado di governare – ha rincarato il numero uno del Pd – e temo che lo percepiscano anche i mercati, e questo è un problema serio per l’Italia. Quando Berlusconi dice: ‘no alla crisi al buio’, io dico: il buio siete voi, noi abbiamo bisogno di una ripartenza, di fiducia”.
Porte chiuse anche a Casini – Ma se la proposta del Cavaliere non convince il segretario del Pd, scarso entusiasmo suscita anche la ricetta ipotizzata da Pier Ferdinando Casini, sostenitore convinto di un governo di unità nazionale capace di traghettare il Paese fuori dal momentaneo impasse. “Io non ci credo – ha commentato Bersani – Di cosa stiamo parlando? Forse Berlusconi dice ‘faccio un passo indietro’ e capisce che si deve aprire una nuova fase politica? Se stessimo parlando di questo – ha precisato il democratico – il Pd direbbe ‘vediamo’. Ma credo sia un‘ipotetica del terzo tipo, una cosa che non è nelle disponibilità di chi la propone (Casini, ndr). Piuttosto che perdere ancora un sacco di tempo inutilmente – ha concluso Bersani – meglio un appuntamento elettorale. Potrebbe permettere una ripartenza, trovando una fiducia necessaria per andare avanti”.
Maria Saporito