Il mandato di cattura coinvolge anche il secondogenito del rais e il capo dei servizi segreti libici- I giudici della Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja hanno spiccato ieri un mandato d’arresto contro il colonnello Muammar Gheddafi per crimini contro l’umanità. Un mandato di cattura è stato spiccato anche per il secondogenito del raís Saif-al-Islam e per il capo dei servizi segreti libici Abdullah-al-Senussi. I giudici ritengono che ci siano “motivi ragionevoli” per credere che il colonnello e gli altri due imputati abbiano commesso crimini contro l’umanità nel periodo tra “il 15 febbraio e il 28 febbraio”, proprio immediatamente prima della decisione della comunità internazionale di intervenire nel conflitto libico tra il regime e i ribelli sulla base della risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza dell’ONU.
Era stato il procuratore generale della Cpi, Luis Moreno Ocampo, a chiedere il 16 maggio l’arresto di Gheddafi, un’azione indispensabile per porre fine ai crimini di guerra. “I crimini – aveva detto Ocampo in un comunicato- vengono commessi ancora oggi in Libia. Per farli cessare e per proteggere i civili, Gheddafi deve essere arrestato”. Lo stesso procuratore generale ha poi fatto sapere che esponenti dei ribelli libici sono arrivati oggi nella sede della Corte penale internazionale all’Aja dichiarandosi disposti ad eseguire il mandato d’arresto. “Si sono presentati alla Corte per dire che sono a disposizione per eseguire l’arresto di Gheddafi”, ha riferito Luis Moreno-Ocampo, in un incontro stampa all’Aja.
A.P.