«Cari Amici: Ho appena dato l’avvio a http://j.mp/kuVmov Sia lodato Gesù Cristo! Con le mie preghiere e la mia benedizione, Benedictus XVI». Proprio così. Anche Papa Benedetto XVI adesso è su Twitter. Si tratta di un gesto emblematico, simbolico. Il pontefice ha inaugurato il nuovo portale di informazione del Vaticano cliccando sullo schermo di un iPad, twittando su @news_va_it un messaggio rivolto a tutti i fedeli e gli utenti di Twitter. Un piccolo gesto che sta facendo molto discutere il popolo del web, fra manifestazioni di assenso e critiche. In ogni caso si tratta di un vero e proprio evento storico, perché fino ad oggi un contatto così diretto fra la Santa Sede ed il mondo di internet non si era ancora visto.
L’idea di promuovere http://www.news.va/it su Twitter è stata dell’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che sull’Osservatore Romano ha però rivelato: «Il Papa ha accettato immediatamente e di buon grado. Del resto, tiene moltissimo alla comunicazione e soprattutto tiene a che la Chiesa sia presente là dove l’uomo vive e si incontra». Così Papa Ratzinger ha personalmente “twittato” il primo messaggio in inglese ed in italiano, dando inizio all’avventura della Chiesa nel mondo del web.
Un passo importante e significativo, a prescindere dagli orientamenti e dalla fede. Proprio su Twitter, però, non mancano le critiche e qualcuno scrive: «Meno tweet e più opere di bene». Nel bene o nel male, però, questa inaugurazione – avvenuta simbolicamente in occasione dei festeggiamenti de 29 giugno per San Pietro e Paolo – è un messaggio chiaro della Chiesa, decisa a mantenere forte la sua presenza soprattutto a contatto con i più giovani. Il “cinguettio” di Benedetto XVI è dunque il proseguimento di una precisa filosofia, con cui il Vaticano cerca di adattarsi ai tempi che corrono proprio come accadde il 12 febbraio del 1931, quando in occasione dell’inaugurazione di Radio Vaticana Pio XI lanciò in latino il primo radiomessaggio, scandendo ai microfoni: «Udite o cieli, quello che sto per dire; ascolti la terra le parole della mia bocca. Udite e ascoltate o popoli lontani».
Andrea Camillo