Giornata amara quella di ieri per la maggioranza, che nell’Aula di Montecitorio è stata battuta su un provvedimento importante: la cosiddetta legge comunitaria. Con otto voti di scarto (270 no contro 262 sì), l’opposizione ha invocato le dimissioni del governo e invitato i colleghi dell’altra metà dell’emiciclo a prendere atto della crisi numerica della maggioranza. Richieste rimandate al mittente sia dal capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che dal leader della Lega, Umberto Bossi, che hanno parlato di semplice “incidente” momentaneo. A influire sulla debacle della maggioranza, sembra sia stata l’assenza di molti deputati al momento della votazione. Assenze che hanno fatto infuriare il presidente del Consiglio in persona, che ha voluto convocare una riunione speciale alla Camera per fare il punto della situazione.
Governo giù a Montecitorio – La maggioranza è scivolata ieri alla Camera sull’articolo 1 della legge comunitaria: il provvedimento che contiene la delega al governo per l’attuazione delle direttive comunitarie. Una legge importante, “bloccata” dai 270 voti contrari (quelli dell’opposizione), che hanno avuto la meglio sui 262 favorevoli della maggioranza. Dagli scranni dell’opposizione si è levato un vero e proprio boato, suggellato dall’invito alle dimissioni indirizzato ai membri del governo. Non solo: il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, ha suggerito agli avversari di prendere atto della crisi (anche numerica) della maggioranza e della necessità di cedere il passo.
Tutti al mare? – Richieste rimandate al mittente sia dal capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto, che dal numero uno del Carroccio, Umberto Bossi, che ha attribuito la responsabilità della debacle in Aula a quanti sono andati al mare. In effetti gli scranni rimasti vacanti nella maggioranza ieri pomeriggio erano parecchi: si parla di oltre 40 assenze soltanto nel Pdl, di 4 nella Lega, di 8 tra i Responsabili e di 12 nelle file del gruppo Misto. E a mancare all’appello c’erano anche esponenti di peso come Denis Verdini, Niccolò Ghedini e Claudio Scajola.
Il nervosismo del Cavaliere – La notizia della sconfitta alla Camera è stata tempestivamente comunicata al Cavaliere, che ha voluto convocare una riunione speciale post-voto per esaminare quanto accaduto. Nel corso del nervoso vertice, il presidente del Consiglio avrebbe sottolineato la gravità dell’incidente, spiegando di non essere disposto a cedere il fianco agli avversari politici. “Con questi giochi – avrebbe spiegato Berlusconi – si rischia di far saltare il governo“. Quindi il premier ha passato in rassegna la lista degli assenti al momento della votazione, cercando di comprendere se tra di loro potesse trovarsi qualche “insoddisfatto”, intenzionato a giocare un brutto scherzo al suo esecutivo.
Maria Saporito