Solitudine, il rimedio è un bagno caldo

Un bagno caldo contro la solitudine. E’ possibile contrastare la solitudine, basta un bagno in acqua calda. Il consiglio arriva da uno studio americano condotto dalla Yale University e pubblicato sulla rivista Emotion. Dalla ricerca è emerso che il bagno caldo attenuerebbe la solitudine perché capace di evocare il calore degli affetti del periodo infantile: l’acqua calda agirebbe sui sentimenti di isolamento, solitudine ed esclusione, dissipandoli e fornendo lo stesso supporto datoci dalla compagnia di qualcuno. La cosa curiosa è che maggiore è la sensazione di solitudine che si prova e più sono i bagni e le docce calde che bisogna concedersi, maggiore il tempo da trascorrervi e più alta la temperatura dell’acqua. 

Lo studio. I ricercatori hanno coinvolto un gruppo di circa 400 volontari, chiedendo loro di tenere ogni giorno un diario in cui annotare le loro sensazioni prima e dopo il bagno.Ebbene dall’analisi dei dati raccolti dai volontari (tra i 18 e i 65 anni d’età) è emerso che il bagno caldo possa essere un vero toccasana contro la solitudine, in quanto l’acqua calda, in generale, avrebbe un effetto sulla nostra psiche analogo al senso di calore che ci proviene dalla vicinanza di un amico. La maggior parte dei volontari, infatti, hanno dichiarato che dopo un bagno caldo si sentivano molto meno soli e più coccolati.

Nuova terapia per contrastare la depressione. Questo perchè il cervello associa il calore a sensazioni di conforto: lo stesso motivo sta alla base dell’effetto benefico delle bevande calde. Cerchiamo di ricreare quelle sensazioni di benessere e di rassicurazione che ci riportano indietro ai beati anni infantili. Perché il calore dell’acqua è proprio associato alle prime percezioni di piacere e di appagamento della nostra vita. Per questo gli esperti spiegano che «Le esperienze di calore fisico riducono in modo significativo il disagio dell’esclusione sociale»: una scoperta che potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti in caso di disturbi emotivi e depressivi.

Adriana Ruggeri