Due giorni dopo l’apertura dell’udienza preliminare del processo per il delitto Claps in cui a comparire come unico imputato è il trentanovenne potentino, ma da anni residente in Gran Bretagna, Danilo Restivo – ieri condannato all’ergastolo per l’omicidio della sarta Heather Barnett, avvenuto nove anni fa -, nel capoluogo lucano oggi è stata aperta la camera ardente che ha ospitato i resti della quindicenne uccisa nel 1993, ma di cui si è conosciuta la triste fine soltanto nel marzo del 2010.
Domani alle ore 9,30 in piazza Don Bosco si svolgerà il funerale di Elisa, diciotto anni dopo quella tragica domenica di settembre.
La messa – La mattina in cui Elisa Claps scomparve, la giovane era uscita di casa per raggiungere la chiesa e lì seguire la consueta messa domenicale. Sul proprio tragitto, però, la quindicenne incontrò qualcuno che la attirò, probabilmente con l’inganno, in una trappola da cui la ragazza non seppe più districarsi.
Quella domenica Elisa si imbatté in Restivo, ma quello che allora era solo un ragazzo poco più che ventenne affermò di essersi intrattenuto soltanto pochi minuti con la vittima, dichiarandosi totalmente estraneo al giallo.
Ma il ritrovamento dei resti della vittima nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità e l’aver accertato la presenza del dna dell’imputato sui vestiti, ha portato l’accusa a dichiarare praticamente sicura la colpevolezza di quest’ultimo.
Rose dai Barnett – A Potenza, oggi, è arrivato anche un cuscino di rose bianche. I fiori sono stati spediti dai familiari di Heather Barnett, la donna uccisa da Danilo Restivo nel 2002.
Per tale crimine, ieri, una corte britannica ha dichiarato colpevole il trentanovenne di Potenza, stabilendo per lui la pena massima: il carcere a vita. I giudici britannici si sono esposti anche sul giallo italiano. Per loro non c’è alcun dubbio: nove anni prima di uccidere la signora Barnett, Restivo mise fine alla vita della giovane Claps.
S. O.