E adesso il Cav punta a potenziare il governo

Nel giorno dell’incoronazione del suo “delfino”, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ha mancato di padroneggiare la scena, intrattenendo i convenuti al Consiglio nazionale del Pdl su alcuni punti irrinunciabili del suo programma. Come quello relativo alla  necessità di spingere sul pedale delle riforme per ottenere un cambiamento dell'”architettura istituzionale” che permetta al governo di muoversi con maggiore agilità. Non solo: “Gli italiani hanno il diritto alla privacy e alla libertà”, ha aggiunto il Cavaliere, che ha rimarcato l’intenzione di riformare la giustizia per meglio regolamentare l’uso delle intercettazioni.

L’ennesima performance del Cavaliere – “Gli italiani dovrebbero farci un monumento”: è questo il leitmotiv a cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha scelto oggi di rifarsi per cadenzare il suo lungo intervento al Consiglio nazionale del Pdl. La giornata della nomina di Angelino Alfano a nuovo segretario politico del partito si è trasformata così nell’ennesima occasione per il premier per ribadire intenti e obiettivi e per rilanciare l’immagine di un partito uscito un po’ malconcio dalle ultime prove, dentro e fuori le cabine elettorali.

Oltre i padri costituenti – “Dobbiamo andare nella direzione di un cambiamento dell’assetto del potere che si erano dati i nostri padri costituenti – ha detto il Cavaliere – I padri costituenti avevano diviso il potere tra il capo dello Stato, la Corte costituzionale e il Parlamento. Al presidente del Consiglio hanno riservato solo la possibilità di presentare i disegni di legge o i decreti legge. Oggi – ha continuato Berlusconi – ci troviamo in un sistema così. A volte vengo preso dallo sconforto. Il governo può solo presentare disegni di legge, presentarli al Parlamento e poi vanno nelle commissioni e in Aula e vengono cambiati continuamente”.

Pieni poteri al governo – “Alla fine di questo itinerario – ha continuato il premier nel suo ragionamento – c’è il giudizio del Capo dello Stato, che potrebbe rintracciare elementi di incostituzionalità. Ma se la legge non piace alla magistratura di sinistra e ai suoi pubblici ministeri questa legge viene impugnata. La Corte costituzionale è costituita da 11 membri della sinistra e 4 del centrodestra – ha quindi ricordato il presidente del Consiglio ritornando su un “mantra” ampiamente visitato – Ebbene qualche cittadino a cui ho spiegato questo sistema, mi ha detto: ‘Allora è inutile andare a votare’. Per questo motivo dobbiamo riscrivere l’architettura dello Stato – ha concluso il Cavaliere – Dobbiamo dare al governo pieni poteri, ripartire meglio i poteri. Credo che sia un impegno importante”.

Manovra da ridere – Inevitabile anche il riferimento alla riforma della giustizia (eterna “ossessione” del Cavaliere), con particolare attenzione al capitolo relativo alle intercettazioni: “Gli italiani – ha scandito Berlusconi – hanno il diritto alla privacy e alla libertà”. E sul finale, il premier non ha mancato di divertire la platea, ironizzando sulla manovra economica appena approvata dal Cdm. “Ieri abbiamo messo a punto la manovra – ha detto – io ho ceduto, dopo una lotta ostinata, a un qualcosa che era contro il nostro programma di governo, ovvero l’aumento del bollo auto. Ma un signore di cui avete sentito parlare molto in questi giorni, un certo Guido, cioè Giulio Tremonti – ha scherzato il premiermi ha ricattato, dicendo che i proprietari di auto di grossa cilindrata un piccolo sacrificio potevano farlo”.

Maria Saporito