Yara, Pozza Tasca: Incontrai i genitori, vorrei parlare con i magistrati

Gli inquirenti che da più di sette messi indagano su quanto accaduto a Yara Gambirasio il 26 novembre scorso poco dopo essere uscita dalla palestra di Brembate di Sopra non avrebbero ascoltato una persona che in un modo o nell’altro potrebbe dare il proprio contributo alle indagini. O almeno questo si è evinto dal breve intervento fatto ieri da Elisa Pozza Tasca – presidente di Penelope, l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse – nel corso della puntata di Quarto Grado.

Dialogo con i genitori – A conclusione dell’ultima puntata del programma condotto da Salvo Sottile – che riprenderà dopo l’estate – la Pozza Tasca ha colto l’occasione per sottolineare come da tempo avrebbe fatto richiesta di poter interloquire con gli inquirenti che si occupano dell’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne bergamasca che sparì a fine novembre ma il cui corpo venne ritrovato soltanto dopo novanta giorni a Chignolo d’Isola.
La presidente dell’associazione Penelope, dopo essersi dichiarata rammaricata perché nel caso della famiglia Gambirasio si sarebbe potuto fare molto di più, ha accennato a un incontro avuto con i genitori della vittima pochi giorni dopo la scomparsa di Yara, ovvero quando ancora – e lo si sarebbe fatto per molto tempo – le ricerche puntavano a ritrovare una ragazzina in vita perché vittima di un rapimento.
Sui contenuti del colloquio la Pozza Tasca non ha voluto aggiungere alcun dettaglio ma, dal contesto e dai toni con cui sono state pronunciate le parole, sembra che i genitori di Yara potrebbero aver reso noto qualche sospetto su chi, secondo loro, aveva portato via la tredicenne.
Della famiglia Gambirasio ha sempre colpito la riservatezza e l’autocontrollo: nessuna uscita fuori le righe, nessuna esternazione drammatica, ma tra le mura di casa qualcosa potrebbero aver detto anche se sembrerebbe assurdo che dopo sette mesi di indagini gli inquirenti non ne fossero già a conoscenza.

S. O.