No Tav: ci sono i black bloc? Viva i black bloc!

Più di 400 f eriti, fra le file delle forze dell’ordine e la prima linea del movimento, i boschi disseminati di candelotti lacrimogeni, le recinzioni del primo cantiere dell’alta velocità divelte, i reticolati tagliati…a poca distanza il contingente di Polizia e Carabinieri a difesa dell’area e il presidio permanente dei No Tav.
La Valle di Susa, oggi, si è svegliata così; ieri, per rispondere alla prova di forza di lunedì scorso con cui il Governo aveva voluto imporre l’inizio dei lavori, oltre 50mila valligiani, supportati da delegazioni provenienti da tutta Italia, avevano attraversato i boschi vicino Chiomonte per andare ad “assediare il cantiere”.
La prima linea, quella più propensa e preparata allo scontro (sostenuta anche da delegazioni straniere), ha poi ingaggiato nelle ore successive una violentissima battaglia di trincea con le forze dell’ordine, nel tentativo, solo in parte riuscito, di sfondare le barricate e riconquistare l’area del cantiere.
I giornali “mainstream”, forse per prepararsi anche al decimo anniversario del G8 di Genova2001, hanno così potuto riesumare i “black bloc”, i provocatori, gli infiltrati…i cattivi ragazzi che hanno rovinato la festa dei valligiani No Tav.
Ma la favola, dieci anni dopo, non convince più come un tempo.

Scontri a Chiomonte: “Viva i black bloc!” – “Chiomonte: 3 luglio 2011; evviva i black bloc!”. Non è il commento di qualche pericolosa o sovversiva realtà dell’antagonismo internazionale ma, più banalmente, il titolo scelto da Vittorio Bertola, già candidato a sindaco al comune di Torino per il Movimento 5 Stelle, per il video pubblicato oggi su Youtube, che testimonia l’entusiasta reazione del corteo “istituzionale” (quello con intere famiglie di valligiani, con mamme e bambini) quando i pericolosi “black bloc” (?) hanno lanciato dai boschi i fuochi d’artificio che segnavano la riconquista, dopo un’ora di scontri con le forze dell’ordine, del territorio dove fino a domenica scorsa sorgeva il presidio della “Libera Repubblica della Maddalena”.
“Questo per chi dice che ci sono pochi violenti che vanno isolati dalla grande maggioranza dei manifestanti pacifici: – è il commento di Bertola al video su Youtube – non è vero, è che se lo Stato non ti ascolta e poi ti denigra sui giornali e poi ti manganella e ti gasa coi lacrimogeni, quando finalmente arriva qualcuno a difenderti, chiunque sia, gli vuoi solo un mucchio di bene”.

I manifestanti “gasati” – Il giorno dopo, come già per Genova 2001, è anche il momento della verità dei reduci, di quanti hanno attraversato una giornata di scontri violenti e sono pronti a dare la loro versione dei fatti, questa volta aiutati dai social network che amplificano la loro voce come non era nemmeno pensabile fino a qualche anno fa.
E la verità dei reduci No Tav parla sì di assedio e di volontà di riconquistare i territori del cantiere, ma parla anche di candelotti particolari, candelotti di gas lacrimogeno al CS.
Sono decine i candelotti di questo tipo raccolti e fotografati, da quanti erano a conoscenza, fra i No Tav, della “convenzione sulle armi chimiche” del 1997 che ha vietato l’uso di questo gas nelle guerre internazionali.
Peccato che sia rimasto, legalmente, in dotazione alle Forze di Polizia che, già al G8 di Genova dieci anni fa, lo utilizzarono in grandi quantità per disperdere i cortei dei no-global.

I candelotti/proiettili e i “black bloc” inesistenti – Peccato anche che, non accontentandosi di utilizzare un gas che può danneggiare pericolosamente polmoni, fegato e cuore, qualcuno abbia ben pensato di utilizzare quelli stessi candelotti al CS anche come proiettili, rischiando di colpire letalmente qualche manifestante.
Anche stavolta a riportare la notizia non è qualche covo antagonista, ma l’emittente Al Jazeera English, il cui inviato in Italia Claudio Lavanga spiega che “durante gli scontri la polizia ha sparato lacrimogeni ad altezza uomo. Io stesso sono stato colpito al braccio. Venti centimetri più in su, in faccia o in testa e non sarei qui a raccontare la mia storia. Ho constato che quello che i manifestanti dicono è vero”.
Le vittime dei candelotti e del CS, in ogni caso, anche questa volta sono stati i valligiani e i cittadini italiani in corteo, non certo i fantomatici “black bloc” che popolano le fantasiose ricostruzioni di giornali e telegiornali.
“I Black Block – ha commentato il filosofo e professore Gianni Vattimo – sono un’invenzione della polizia. C’erano solo giovani arrabbiati che sono stati provocati dal lancio di lacrimogeni. Domani andrò a Strasburgo e metterò in guardia l’Europa dal farsi truffare dai banditi. Quante domeniche d’estate la Regione e le mafie del tunnel pensano che siamo disposti a sopportare? S’interrompa la farsa”.

Mattia Nesti