Sarah Glidden è una giovane di origini ebraiche nata a Boston che si è ritrovata a doversi scontrare con una delle tematiche più discusse degli ultimi anni: la guerra fra Israele e Palestina. Il suo primo lavoro, un fumetto dal titolo “Capire Israele in 60 giorni (e anche meno)” (Rizzoli Lizard, 206 pagine, 17.50 euro) è un volume leggero e profondo al tempo stesso, sicuramente utile per tutti coloro che hanno voglia di affrontare criticamente le questioni che riguardano Israele e le terre limitrofe.
Capire Israele in 60 giorni – “Capire Israele in 60 giorni (e anche meno)” è un graphic novel, che racconta il primo viaggio di Sarah Glidden in Israele, la terra promessa del suo popolo. Profondamente critica e assolutamente bisognosa di formarsi un’idea che non procedesse dalle pappe già pronte che sarebbe stato troppo facile infilarsi in bocca, Sarah ha affrontato sé stessa, le proprie origini e quel mondo al tempo stesso così lontano e così vicino a lei. La Taglit-Birthright Israel è un’agenzia i cui proventi vengono dal governo israeliano e da alcune associazioni private; grazie ad essa Sarah ed altri ragazzi di origini ebraiche hanno avuto la possibilità di recarsi presso Israele e di conoscere meglio e più da vicino i sentimenti e le tradizioni che impregnano la sua terra e le terre che lo circondano.
Israele e Palestina – Forte dei propri dubbi e pronta a combattere ogni tentativo di indottrinamento, Sarah ha affrontato l’esperienza del viaggio con intelligenza e voglia di scoprire. Cosa è riuscita a comprendere? Semplicemente che a volte le domande che abbiamo sono destinate per necessità a rimanere irrisolte, soprattutto quando riguardano questioni come la guerra, vite umane che vengono interrotte, persone piene delle proprie ragioni e sangue innocente. Molto fedele all’esperienza vissuta, il graphic novel che Sarah Glidden propone potrebbe costituire per molti il punto di vista che aspettavano su una delle questioni più impellenti degli ultimi anni. L’anteprima ed il booktrailer relativi all’opera sono presenti sul blog Rizzoli Lizard.
Martina Cesaretti