Scudetto 2006: per Palazzi ci fu illecito sportivo dell’Inter. Titolo a rischio?

Scudetto 2006. La relazione di Stefano Palazzi sui fatti riguardanti l’assegnazione a tavolino del titolo 2005/2006 è arrivata alla Figc. Più che una relazione è una vera e propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere, perchè al suo interno sono presenti numerose accuse verso l’Inter e l’allora presidente nerazzurro Giacinto Facchetti, che potrebbero portare alla revoca di quel titolo, assegnato alla squadra meneghina dopo i fatti di Calciopoli. La richiesta fatta alcuni mesi fa dalla Juve e dal suo presidente Andrea Agnelli potrebbe dunque essere accolta dalla Figc e dal suo Consiglio Federale, che si riunirà il prossimo 18 luglio.

“Inter violò art. 1 e 6 CGS” – Palazzi ha scritto nella sua relazione che l’Inter, ed il suo presidente di allora Giacinto Facchetti, violarono gli articoli 1 (slealtà sportiva) e 6 (illecito sportivo) del Codice di Giustizia Sportiva (CGS). I fatti sarebbero venuti alla luce da intercettazioni rese pubbliche l’anno scorso, dove Facchetti chiamerebbe i designatori arbitrali, per cercare di accomodare delle griglie riguardanti alcune gare dell’Inter. La prescrizione dei reati ha messo al sicuro l’Inter da procedimenti disciplinari, ma non dalle decisioni del prossimo Consiglio Federale, che potrebbero revocare il titolo 2005/2006, assegnato a tavolino alla squadra nerazzurra.

I commenti di Moratti e MoggiMassimo Moratti ha reagito stizzito alle accuse di Palazzi, dichiarando: “E’ un attacco pesante nei confronti della società; Palazzi si sbaglia proprio. Trovo di cattivissimo gusto il fatto che sia coinvolto Facchetti, una persona che non c’è più, che ammiro e stimo per la sua onestà. Siccome in questo momento Facchetti viene visto diversamente, io non stimo affatto chi ha fatto questa cosa“. Meno irato, ma allo stesso tempo polemico Luciano Moggi, che ha affermato: “Penso alle immagini dei giocatori del­l’Inter che cantavano ‘Vincia­mo senza rubare’. Credo che debbano inventarsi un nuovo coro adesso“.

Simone Lo Iacono