Pensioni, rivalutazioni bloccate soltanto oltre quota 2.300 euro

Spazzato via il tetto alla rivalutazione delle pensioni più basse. Il Governo, dopo il malcelato malcontento sollevatosi tra le fila di autorevoli esponenti della maggioranza, sta già preparando un emendamento alla manovra sulla previdenza appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
L’ipotesi è quella di eliminare tutti i tagli sugli assegni previdenziali più bassi, compresi tra tre e cinque volte il minimo, vale a dire, cioè, tra 1.402 e 2.337 euro, trasferendo il risparmio programmato di oltre un miliardo di euro tra il 2012 e il 2013 sulle pensioni più alte.

Pronti a fare delle modifiche. “Sulla rivalutazione delle pensioni siamo pronti a fare delle modifiche. Verificheremo il modo di produrre un effetto finanziario analogo, ma diversamente da come è disposto oggi”: così ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aveva affrontato pubblicamente il vespaio sollevato dalla manovra per le parti riguardanti il blocco delle rivalutazioni delle pensioni sopra i 1.400 euro. “Non dimentichiamo che le fasce più basse sono indicizzate al 100%. Si tratta di guardare alle fasce medie e alte, senza dimenticare che norme di questo tipo sono state fatte da tutti i governi di centro-sinistra”, ha aggiunto Sacconi.

Perdita del potere d’acquisto. I tecnici del ministero dell’Economia e del Welfare starebbero lavorando ad una soluzione definita dalla stampa di “tipo Prodi”. Tutte le pensioni fino a cinque volte il minimo godrebbero, dunque, di una piena rivalutazione annuale indicizzata all’ inflazione, mentre gli assegni superiori a tale soglia rimarrebbero sprovvisti di perequazione.  Ad oggi, sulla base della norma contenuta nella manovra, anche gli assegni più alti godrebbero della garanzia di una rivalutazione fino a quota 2.337 euro e nulla per la parte eccedente tale soglia. Con le modifiche allo studio, invece, tutti gli assegni superiori a cinque volte il minimo, per i prossimi due anni, rimarrebbero invariati al livello attuale, senza recuperare la perdita del potere d’acquisto.

Bisogna vedere prima vedere il testo. “Spero lo facciano davvero, ma vorremmo vedere il testo prima di dire che ci fidiamo degli impegni” ha dichiarato il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Sulla stessa linea Raffaele Bonanni, segretario Cisl: “sono contento, prima si fa e meglio è. Ma chiariamo subito un aspetto: sarà un segnale senza dubbio positivo, ma è bene a questo punto andare subito alla verifica”.

M.N.