Catena troppo corta, multa di 5000 euro. Un uomo ultrasessantenne è stato condannato dalla terza sezione penale della Corte di Cassazione a pagare 5000 euro di multa. Per i giudici, i suoi tre cani erano legati con una catena corta e senza protezione dalle intemperie “senza necessità”. La multa è stata elevata seguendo le disposizioni dell’articolo 544 ter del codice penale, introdotto dalla legge 189 del 2004. La Cassazione ha giudicato un “inutile incrudelimento sugli animali” le condizioni in cui gli stessi versavano ed ha rigettato il ricorso fatto dal proprietario, già condannato ad analoga sanzione dal Tribunale di Mondovì, in Piemonte, il 13 maggio dell’anno scorso.
Multe salatissime. E’ la promessa della Cassazione nei confronti di chi maltratta gli animali. Condannato in primo grado, aveva fatto ricorso a Piazza Cavour in quanto, a suo dire, le condizioni dei cani erano determinate da un suo “stato di necessità”. L’uomo infatti è risultato avesse ai tempi riportato alcune fratture che gli impedivano di muoversi in maniera ottimale. Ma la Suprema Corte, rigettando l’istanza, ha sentenziato che quella necessità non c’era. Inoltre, hanno specificato i giudici “a seguito di un sopralluogo era stato accertato che i tre cani erano legati corti alla catena tanto da presentare abrasioni al collo, che l’unico riparo alle intemperie era costituito dalla pala di un trattore”. La Cassazione non ha quindi riconosciuto alcun collegamento tra la parziale e temporanea indigenza del ricorrente e le condizioni di vita degli animali. Oltre alla multa di 5000 euro, l’uomo dovrà pagare le spese processuali e versare 1000 euro alla cassa delle ammende. Una sentenza questa, che crea un precedente non di poco conto e che il Ministro Brambilla, nota per la sua passione per gli animali, non ha esitato a identificare come “un cambiamento culturale”.
A.S.