Il grande giorno di Domenico Scilipoti si è consumato ieri nella sala del Mappamondo di Montecitorio. Una giornata da “re”, durante la quale il leader dei Responsabili (adesso Popolo e territorio) ha voluto accanto a sé il leader indiscusso, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. L’occasione l’ha fornita la presentazione dell’ultimo libro del deputato: Scilipoti, re dei peones- Perché Berlusconi, del quale il Cavaliere ha vergato anche la prefazione. I due hanno cinguettato amorevolmente, scambiandosi elogi e attestati di stima. E rimarcando, al cospetto dei tanti giornalisti accorsi, la reciproca solidarietà, cementata dal comune destino: quello di essere vittime di campagne denigratorie violente e impietose.
La vicinanza del premier – A rompere gli indugi è stato l’ospite d’onore, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che – in un’affollatissima sala del Mappamondo – ha così tributato il suo personale omaggio a Domenico Scilipoti. “Non credo che nessuno mi possa contraddire – ha esordito il premier – se dico che a memoria d’uomo in Italia nessuno come me sia stato oggetto di tanta violenza denigratoria. Ma quella sofferta da Mimmo (Domenico Scilpoti appunto, ndr), e che lui ha affrontato col sorriso sulle labbra, è stata nel suo genere davvero impressionante. Chi ha coraggio merita stima – ha continuato Berlusconi – merita gratitudine, perché non c’è violenza peggiore di quella di chi prova a ridicolizzare una persona, a farla diventare una caricatura, a mettere in discussione la serietà di una vita. Scilipoti è stato aggredito – ha concluso il Cavaliere – è stato offeso perfino negli affetti più cari”.
Scilipoti recordman – Parole che hanno fatto inumidire gli occhi del peon, che si è poi lanciato in un panegirico personale, scandito in terza persona. “Nessuno dei giornalisti che mi ha gettato fango – ha detto il primo tra i Responsabili – ha ricordato che questo parlamentare Scilipoti aveva fatto in due anni e mezzo di lavoro 140 interrogazioni parlamentari, aveva fatto 30 proposte di legge, era intervenuto in Aula 150 volte, è andato in giro per il Paese a incontrare il popolo per ben 220 conferenze. Ma questo Scilipoti – ha continuato l’ex dipietrista – è quello che ha fatto 22 mila visite nelle favelas brasiliane. Questo Scilipoti è uno che ha scritto 12 libri, è quello che ha avuto la medaglia per la cittadinanza carioca per il lavoro che ha fatto – ha precisato – nello stato di Rio de Janeiro”.
Una vita difficile – Una sequela serratissima di meriti, che il parlamentare si è auto attribuito sconfinando nella biografia più intima. “Questo Scilipoti – ha ripreso – è qualcuno che qualcosa l’ha data, ma non perché voleva medaglie ma perché era il lavoro che doveva fare. Perché Scilipoti crede nella solidarietà, nel rispetto degli altri, crede nella vita, nella famiglia, crede nella patria e ha fede, crede in Dio. Scilipoti in fondo – ha continuato il deputato-scrittore – è uno che ha perso il padre a 14 anni e a 18 anni faceva il tassista per comprarsi i libri di seconda mano per laurearsi in Medicina. Nessuno ne ha parlato, nessuno ne parla, nessuno si è chiesto chi è effettivamente questo Scilipoti”.
Un premier da ringraziare – Non basta: “Oggi è uno dei giorni più felici della mia vita – ha confessato a cuore aperto il vulcanico parlamentare – nel Sud America, in Brasile, mi è stata data una sala di lettura che porta il mio nome perché, insieme alle suore luigine, abbiamo raccolto dalla strada 100 bambini senza padre né madre”. Un impegno filantropico che ha strappato il tiepido applauso della sala. Fino alla chiusa finale, inevitabilmente dedicata al presidente del Consiglio: “Il presidente Silvio Berlusconi è una persona per bene – ha scandito Scilipoti – è una persona che gli italiani dovrebbero ringraziare, ma lo dovrebbero ringraziare anche coloro che stanno dall’altra parte della barricata”.
Maria Saporito