La storia del Premio Strega: da Ennio Flaiano a Edoardo Nesi

Ieri, primo giovedì del mese di luglio, è stato proclamato vincitore del Premio Strega di quest’anno Edoardo Nesi. Il suo “Storia della mia gente” è un libro che si concentra sulla tematica del lavoro sia secondo il punto di vista della grande storia, sia secondo quello delle varie storie individuali dei protagonisti. Le sessantacinque edizioni del Premio Strega hanno posto sotto i riflettori alcune delle opere più importanti della storia d’Italia: Edoardo Nesi non è che l’ultimo di una serie di autori le cui opere, più o meno emblematiche o celebri, sono state consacrate al successo da tale ambito riconoscimento.

La storia del Premio Strega – Il Premio Strega deve il proprio nome a quello di un celebre liquore, che viene regalato ogni anno al primo classificato che è tenuto, per tradizione, a berne subito almeno un sorso. Il Premio nacque presso il salotto di Maria e Goffredo Bellonci, luogo d’incontro degli “amici della domenica”, che ancora oggi sono coloro che costituiscono la giuria che ha il dovere di decidere i finalisti del premio. Ovviamente gli amici della domenica degli anni quaranta non sono gli stessi dei nostri giorni; fra i primissimi componenti di tale gruppo possono essere annoverate figure come quella di Pier Paolo Pasolini e Elsa Morante. Dalla bella amicizia fra la famiglia Alberti e i coniugi Bellonci è nato il celebre premio letterario, che nel millenovecentoquarantasette ha decretato il proprio primo vincitore.

I vincitori più emblematici– Fra i vincitori delle varie edizioni del Premio Strega vi sono alcuni dei più importanti autori del secolo scorso. Coloro che hanno voglia di scoprire più da vicino le più importanti opere messe in luce, nel corso della storia, dal celebre premio, possono contare sul Sole24ore, che a partire da oggi porterà in edicola ogni venerdì un libro vincitore del Premio Strega. Ad aggiudicarsi la prima edizione del premio fu Ennio Flaiano, con “Tempo di uccidere”. Fra i vincitori più emblematici dell’ambito premio c’è di certo Cesare Pavese, che vinse la quarta edizione con “La bella estate”. Due anni dopo fu Moravia ad aggiudicarsi la vittoria con i suoi “Racconti”. La decima e l’undicesima edizione del premio vennero vinte da “Cinque storie ferraresi”, di Giorgio Bassani e da “L’isola di Arturo”, di Elsa Morante. I due anni successivi furono fortunati per Dino Buzzati e i suoi “Sessanta Racconti” e per Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che con il “Gattopardo” si aggiudicò la tredicesima edizione del premio. “Lessico Famigliare” di Natalia Ginzburg vinse nel millenovecentosessantatre, mentre nel millenovecentosessantotto fu Alberto Bevilacqua ad aggiudicarsi il Premio con “L’occhio del gatto”. Primo Levi vinse la trentatreesima edizione con “La chiave a stella”. Anche i più giovani ricordano, anche grazie ad un celebre film, “Il nome della rosa” di Umberto Eco, che fu vincitore del Premio Strega nel millenovecentottantuno. Saltando un certo numero di anni, alcuni dei quali hanno visto sul podio metaforico libri di pregio, si arriva al millenovecentonovantanove e a Dacia Maraini, che in quell’anno si aggiudicò il Premio con “Buio”. Il duemiladue fu l’anno di Margaret Mazzantini con “Non ti muovere”. Nel duemilacinque vinse il Premio Maurizio Maggiani con “Il viaggiatore notturno”. L’anno successivo fu la volta di Sandro Veronesi con “Caos Calmo”, mentre nel duemilasette “Come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti arrivò primo. Lo scorso anno “Canale Mussolini” di Pennacchi fu il vincitore del Premio: ora che finalmente anche quest’anno si ha un libro da festeggiare, non resta che attendere il prossimo.

Martina Cesaretti