Melania, i carabinieri cercano il trolley: due mesi fa ne parlò Michele Rea

Giornata movimentata tra le città che disegnano la mappa del giallo che ruota attorno alla morte tanto violenta quanto misteriosa di Melania Rea, la ventinovenne trovata cadavere il 20 aprile a Ripe di Civitella dopo che la sua scomparsa venne denunciata due giorni prima dal marito Salvatore Parolisi, oggi unico indagato per il delitto.
A Frattamaggiore questa mattina sono giunti i carabinieri di Ascoli Piceno con un obiettivo ben preciso: perquisire, ancora una volta, la casa in cui adesso – dopo aver lasciato quella di Folignano – abita il marito della vittima. Nella residenza del caporalmaggiore del 235° Rav Piceno, i militari dell’Arma dei carabinieri hanno portato via due buste di plastica contenenti diversi reperti e hanno prestato particolare attenzione anche alla mansarda e a un box di proprietà della famiglia Parolisi.
La perlustrazione a cui ha assistito anche la sorella dell’indagato, Francesca, è durata circa un’ora.

Trolley – Le forze dell’ordine, poi, si sono trasferite, in compagnia dello stesso Parolisi, a Somma Vesuviana, la località in provincia di Napoli dove risiede la famiglia Rea. A quanto pare, gli inquirenti sarebbero interessati a ritrovare il trolley che per alcune settimane costituì uno dei tanti dettagli di questo giallo: la valigia era stata indicata da Raffaele Paciolla, la guardia carceraria amica del caporalmaggiore che prese parte alle prime ricerche di Melania, all’interno dell’auto dell’uomo per poi apparentemente sparire nel nulla.
Il mistero, però, stando a quanto venne riferito il 18 maggio scorso dal fratello di Melania durante la trasmissione televisiva Porta a Porta non aveva avuto senso di esistere: il trolley ce l’aveva Parolisi e l’aveva portato proprio a Somma Vesuviana quando si era trasferito a casa dei suoceri in compagnia della figlia Vittoria.
A tal proposito, risulta curioso che soltanto a distanza di quasi due mesi gli investigatori abbiano pensato di recuperare l’oggetto.

S. O.