Diritti tv, fumata bianca: c’è l’accordo

Diritti tv, trovato l’accordo – La ripartizione dei 197 milioni di euro è stata accettata all’unanimità: è questo l’esito del dibattito che durava da mesi sui diritti tv della Lega Calcio. La svolta è arrivata grazie ai club medio-piccoli che hanno accettato le condizioni poste in essere dal nuovo contratto. La problematica, ricordiamo, era nata nel mese di aprile quando 15 società avevano dimostrato malumore e fastidio nel riscontrare un’eccessiva remunerazione ai club maggiori (Juventus, Inter e Milan) che costringevano una ripartizione misera tra le altre società. La proposta presentata sarebbe andata, quindi, ad aumentare la prima fascia con l’inserimento di Roma, Lazio e Napoli accanto al trittico d’eccellenza della Serie A.

Propugnanti pro causa – Claudio Lotito, presidente della Lazio, era riuscito a calcolare un introito definitivo di 13 milioni di euro in più rispetto agli accordi precedenti: una cifra che avrebbe sicuramente fatto comodo alla Lazio e che doveva essere difesa strenuamente. E così è stato fatto. Pochi giorni fa, però, le tre major del calcio italiano avevano tuonato nella persona dei suoi rappresentati: l’Inter, con Ernesto Paolillo, annunciava un ricorso per vie legali; la Juventus, col Presidente Agnelli, aveva ravvisato un’area di tempesta decisamente difficile da debellare; in ultima analisi il Milan, con Adriano Galliani, aveva tuonato avvisando che l’accordo sarebbe stato preso con grande difficoltà.

Felici e delusi – Parole e nient’altro, perché oggi è arrivato all’unanimità il sì delle società: la spartizione dei diritti tv 2011/2012 avverrà in maniera pacifica e completamente aperta anche alle società medio-piccole che riusciranno così ad ottenere una via di mezzo nella retribuzione. Felice sarà Lotito, che quest’anno si è dato alle spese folli e potrà sicuramente continuare nel suo progetto biancoceleste: meno felici potrebbero essere Inter, Milan e Juventus, che andranno a perdere qualche milione, ma siamo sicuri che sapranno rivalersi.

Mario Petillo