Malesia, proteste contro il governo: oltre 1.400 arresti

Scontri a Kuala Lampur – Circa 1.400 persone sono state arrestate quest’oggi in Malesia durante la manifestazione contro il governo di Najib Razak. La protesta era stata indetta dall’organizzazione non governativa “Bersih” con lo scopo di richiedere nuove riforme elettorali e una maggiore trasparenza nell’economia e nella politica. Tuttavia, nonostante la manifestazione fosse annunciata, c’è stata una dura repressione della polizia, la quale ha utilizzato anche gas lacrimogeni e cannoni ad acqua nel tentativo di disperdere la folla accorsa, quantificabile in circa 20mila persone. Tra gli arrestati, figurano i principali leader dei partiti d’opposizione. Numerosi anche i feriti. Tra di essi, Anwar Ibrahim, uno degli esponenti antigovernativi, il quale ha riportato una lesione alla gamba e una contusione alla testa. “Hanno sparato direttamente verso di noi – ha raccontato Anwar, riferendosi all’assalto della polizia contro i manifestanti – Non riuscivo a respirare e a stare in piedi”.

Un passo verso elezioni regolari – “La manifestazione di oggi è stata un successo nonostante l’intervento brutale della polizia” ha concluso Anwar. Sulla stessa falsariga, è giunto anche il comunicato stampa dell’Ong “Bersih” che, attraverso il suo sito web, ha fatto sapere che “l’evento odierno rappresenta un ulteriore passo nel lungo cammino verso elezioni regolari e pulite in Malesia”. L’opposizione infatti accusa il premier Najib Razak di aver fatto ricorso alla corruzione e a numerose irregolarità elettorali per mantenere la sua leadership e per favorire, sia politicamente sia economicamente, l’etnia malay a cui egli appartiene, a discapito delle minoranze cinesi e indiane. Il mandato di Razak scadrebbe nel 2013, tuttavia i partiti d’opposizione chiedono elezioni anticipate affinché la politica possa sfruttare al meglio il buon momento dell’economia in Malesia. Infatti, l’attuale coalizione di governo è al potere da oltre 54 anni, ovvero dal momento dell’indipendenza dalla Gran Bretagna sancita nel 1957.

Emanuele Ballacci