Tremonti a Berlusconi: Al metodo Boffo non ci sto

Brunetta è “cretino“,  Tremonti si sente splendido e irraggiungibile, Berlusconi gli insulti li ha per ora finiti dopo gli sforzi intrapresi in sede di campagna elettorale. Il Governo, forse attratto dalle frivolezze della bella stagione – anche se verrebbe da dire che da quelle parti sembra essere sempre in estate -, pare essere tramutato in un pollaio.
Con un’equa ripartizione tra quote rosa e quote blu, per la soddisfazione, si spera, del ministro Mara Carfagna.
Dopo gli screzi tra il ministro dell’Economia e quello della Pubblica amministrazione e il rimbrotto del Premier su quel Giulio della seconda Repubblica che a quanto pare ‘divo‘ ci si vuole sentire a tutti i costi, trapela anche la consapevolezza da parte degli esponenti della maggioranza di come in tempo sputtanamenti vari, i media vengono spesso utilizzati – si fa ancora prima se li si possiede – per fini prettamente strumentali. Alla faccia dell’informazione.

Metodo Boffo – In principio toccò al direttore del quotidiano cattolico Avvenire che pagò, la posizione assunta pubblicamente contro alcuni atteggiamenti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con un bel reportage sul giornale della famiglia del Premier su una presunta omosessualità dello stesso Boffo.
Successivamente toccò a Fini, alla Marcegaglia e ad altri: tutte persone che in un modo o nell’altro avevano avuto da ridire sull’operato del Governo. Oggi, scopriamo che a temere il metodo Boffo sono anche persone attualmente interne alla maggioranza, come appunto il ministro dell’Economia.
Tremonti, nel corso di un interrogatorio a cui è stato sottoposto lo scorso 17 giugno nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4 e i rapporti intrattenuti da esponenti della Finanza con il faccendiere Luigi Bisignani, ha dichiarato: “Manifestai in quella occasione la mia refrattarietà ad essere oggetto di campagne stampa, tipo quella subita da Boffo” ovvero quel metodo che si basa sulla “pubblicazione sui mass media di notizie riservate o infondate atte a screditare chi viene preso di mira“.
Si salvi chi può.

Simone Olivelli