Bari, bimba vive con il cane in un armadio e abbaia: nessun colpevole?

Per chi si occupa di cronaca non è raro trovarsi davanti a storie che nella loro assurdità si fa fatica ad accettare come reali. Quella che proviene da Bari è una di queste e forse anche tra le più atroci: in questi giorni è venuto alla luce una vicenda accaduta quasi due anni fa ma che oggi rischia di essere archiviata come se nulla fosse accaduto o quasi.
Una bambina, che all’epoca aveva sette anni, venne trovata il 21 ottobre 2009 all’interno di un piccolo armadio, al buio e in compagnia del proprio cane: non un nascondiglio ben riuscito nell’ambito di un gioco, ma una vera e propria cuccia, il luogo dove riposare e dormire. In compagnia del suo animale preferito e di tutto ciò che comporta vivergli a pochi centimetri di distanza.

Genitori inadatti – La macabra scoperta venne fatta in seguito alla denuncia da parte dei genitori della scomparsa della figlia: in realtà i due, il padre invalido civile e disoccupato, la mamma affetta da gravi disturbi psichici, sapevano bene dove fosse la bimba e quell’episodio non fu altro che l’ennesimo di una serie di aberrazioni che la piccola aveva già vissuto.
Sottratta ai due, la vittima fu per molto tempo a contatto con gli assistenti sociali che denunciarono un fatto altrettanto inquietante: la bambina non parlava ma abbaiava e, inoltre, mimava atti sessuali. Un elemento, questo, che fece ipotizzare anche la possibilità che avesse subito degli abusi.

Mancanza di testimoni – Oggi, però, questo incubo rischia di essere archiviato: il pm che si è occupato dei fatti ha chiesto al Gip di chiudere l’inchiesta per l’impossibilità di ottenere prove utili contro presunti colpevoli che al momento non esistono. La bambina, infatti, non parlando, non può raccontare ciò che ha vissuto.
Il procuratore aggiunto di Bari, tuttavia, ha deciso di interloquire con il pm per fare luce sulla questione: “Non un atto di disconoscimento del lavoro del pm. Solo la volontà di avere dei chiarimenti su un caso tanto delicato“, ha dichiarato il dott. Antonio Laudati.

S. O.