Bunga bunga, legali Fede: Prove che non fu lui a portare Ruby ad Arcore

Sentenze di non luogo a procedere. Sono state queste le richieste fatte questa mattina dai legali del manager dei vip Lele Mora e da quelli del direttore del Tg4 Emilio Fede nel corso dell’udienza preliminare del processo in cui i due, insieme alla consigliera regionale della Lombardia Nicole Minetti, sono accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.
I fatti sono tutti legati allo scandalo sessuale nato dalle frequentazioni che il premier Silvio Berlusconi avrebbe avuto all’interno della propria residenza di Arcore: quelle a Villa San Martino non erano semplici feste, ma qualcosa che sconfina nell’illegalità. Qualcosa che oltre a essere chiamato ‘bunga bunga’ potrebbe trovare un sinonimo in prostituzione.

Messina – Quando a prendere la parola sono stati gli avvocati Nadia Alecci e Gaetano Pecorella, legali di Fede, la strategia difensiva è parsa subito chiara: il Tribunale di Milano non sarebbe competente  nella vicenda perché il reato di cui viene accusato l’imputato – ovvero di aver procacciato la diciassettenne Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, a nome di Silvio Berlusconi – si sarebbe concretizzato in Sicilia e in particolar modo a Letojanni, comune in provincia di Messina, dove nel settembre 2009 ebbe luogo un concorso di bellezza a cui partecipò anche la marocchina.
Gli avvocati ritengono, dunque, che semmai processo a carico del loro assistito dovrà essere svolto a occuparsene dovrebbe essere il Tribunale di Messina.
Detto questo, sia Pecorella che Alecci hanno tenuto a ribadire che la posizione di Fede sarebbe più che trasparente: le testimonianze video a Letojanni e quelle dedotte dall’analisi dei tabulati dei cellulari dimostrerebbero come non siano esistiti rapporti tra Ruby e il direttore del Tg4 e che quindi sarebbe assurdo pensare che a portare la giovane ad Arcore sia stato proprio quest’ultimo.
I due legali hanno poi insistito nel considerare le testimonianze rilasciate da Chiara Danese e Ambra Battilana, le due giovani che hanno raccontato di essere fuggite da Arcore perché sconvolte da ciò a cui avevano assistito, sarebbero contraddette da alcuni sms che testimonierebbero come i fatti siano stati tutt’altro: nessuno scandalo, nessuno sgomento. Anzi, ringraziamenti per la serata.

Omissioni per Mora – La difesa di Lele Mora, invece, per giustificare la richiesta di sentenza di non luogo a procedere hanno addotto come motivi le presunte omissioni nella deposizione di alcuni atti come ad esempio le trascrizioni di alcune intercettazioni e verbali come quello inerente alla deposizione della escort Nadia Macrì.

Simone Olivelli