Un anno in meno a Medicina. La laurea in Medicina accorciata “almeno di un anno” e il tirocinio di Giurisprudenza anticipato all’ultimo anno di università, “in modo che dopo il diploma occorra soltanto un anno di pratica”. Intervistata dal Giornale, Maria Stella Gelmini ha anticipato due importanti novità al vaglio del Ministero dell’Istruzione. Per quanto riguarda i futuri medici, “abbiamo aperto un tavolo con il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, proprio allo scopo di valutare una abbreviazione degli anni di studio per la facoltà di Medicina”, ha spiegato il Ministro, aggiungendo che “ora sono sei anni per la laurea, poi quattro o cinque di specializzazione e poi ancora il dottorato: non si finisce mai. L’obiettivo sarebbe quello di accorciare almeno un anno“.
Giurisprudenza, tirocinio all’ultimo anno. Novità in arrivo anche per la Facoltà di Giurisprudenza: “Anche in questo caso – ha sottolineato la Gelmini – troppi anni prima dell’accesso alla professione. Stiamo valutando la possibilità di anticipare il tirocinio all’ultimo anno prima della laurea in modo che dopo il diploma occorra soltanto un anno di pratica“. Ma non basta: il Ministero è deciso ad andare avanti sulla strada dell’abolizione del valore legale del titolo di studio. “E’ stato ribadito – ha affermato la titolare dell’Istruzione – anche nel piano per l’occupabilità giovanile elaborato con il ministro del Lavoro, Sacconi, insieme con altre misure per contrastare la disoccupazione dei giovani come il rilancio dell’istruzione tecnico-professionale e dei contratti di apprendistato”. “Il primo passo è già stato compiuto – ha sottolineato la Gelmini – un passaggio intermedio inserito nella riforma universitaria: la procedura dell’accreditamento per tutti gli Atenei. Una verifica seria e approfondita sulla qualità del sistema università” svolta “dalla nuova agenzia di valutazione, l’Anvur“. Infine il Ministro si è detto “assolutamente favorevole a una riforma liberale delle professioni, ma questa è materia di competenza del ministero della Giustizia. Si possono abolire gli ordini, sarebbe un passo positivo, ma lascio la questione al ministro Alfano”.
R. E.