Si chiamava Roberto Marchini il militare italiano ucciso questa mattina in Afghanistan: il caporalmaggiore era una geniere paracadutista dell’ottavo reggimento guastatori di Legnago, in provincia di Verona. A causare la morte del ventottenne, l’esplosione di uno ‘Ied’, un ordigno esplosivo rudimentale molto potente: secondo quanto si apprende dal Ministero della Difesa, il militare era impegnato in un’attività di ricognizione a circa tre chilometri a ovest dalla ‘Fob Lavaredo’, la base avanzata del contingente italiano nel distretto di Bakwa, nella provincia di Farah.
Secondo prime informazioni, l’esplosione avrebbe investito il militare appena sceso dal suo mezzo: l’uomo, che era un artificiere, aveva proprio il compito di bonificare dai terribili ordigni le strade percorse dai convogli militari.
Sale il numero delle vittime- Attualmente sono 4200 i militari impegnati in Afghanistan nella missione multinazionale Isaf: la componente principale è costituita dai militari della Brigata paracadutisti ‘Folgore’, ma è presente anche un folto contingente della Marina Militare, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Con il caporalmaggiore Marchini, sale a 40 il numero dei morti tra i militari italiani, dall’inizio della missione in Afghanistan, cominciata nel 2004. Di questi, la maggior parte è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malori ed uno si è suicidato. In alcuni casi, i militari uccisi non facevano parte della missione Isaf, così come il tenente colonnello dei carabinieri Cristiano Congiu, coinvolto in un episodio di criminalità comune.
Il cordoglio per la famiglia- «Siamo profondamente addolorati per la morte di un altro nostro soldato in Afghanistan. Alla famiglia del giovane caporal maggiore Roberto Marchini e a tutta la comunità di Viterbo va la nostra vicinanza e le più sentite condoglianze, mie personali e di tutta la Regione Lazio». È quanto ha appena dichiarato la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. «Il nostro pensiero – ha aggiunto – va in questo momento a tutti gli altri militari italiani, impegnati a riportare la pace e la democrazia con grande spirito di sacrificio».
La famiglia del geniere Roberto Marchini, che risiedeva a Caprarola, in provincia di Viterbo, è stata avvisata e raggiunta da alcuni ufficiali dell’esercito e da due psicologhe.
Francesca Theodosiu