Salvare il ‘News of the World’ – È questo l’obiettivo di numerosi giornalisti che hanno vivacemente protestato in seguito alla chiusura del celebre tabloid britannico avvenuta lo scorso 10 luglio. A guidare questa missione ci sarebbe Susan Douglas, direttrice del ‘Sunday Express’ e vice direttrice del ‘Sundey Times’, la quale starebbe organizzando una cordata nel tentativo di recuperare il ‘News of the World’. Nato nel lontano 1843, è stato costretto a chiudere i battenti dopo 168 anni di attività in seguito allo scandalo delle intercettazioni che ha sconvolto l’intero mondo britannico. Rivista scandalistica tra le più vendute al mondo, era di proprietà del magnate delle telecomunicazioni Rupert Murdoch.
Inchieste serie a tutto campo – Personalità importanti sia del mondo giornalistico sia di quello imprenditoriale si riunirebbero per far rinascere il settimanale e per trasformarlo in una rivista dedicata esclusivamente al giornalismo investigativo e alle inchieste. Una soluzione che potrebbe accontentare le parti in causa e permettere al ‘News of the World’ di conquistare una buona fetta di mercato che non è soddisfatta da riviste dello stesso genere. “Vogliamo salvare la libertà di stampa – ha spiegato la Douglas – a beneficio del pubblico popolare, che non legge quotidiani come ‘Financial Times’, ‘Independent’ o ‘Guardian’. Credo sia importante e valga la pena farlo”.
Fare un regalo ai lettori – Il piano prevede di coinvolgere tutto il personale dell’attuale redazione del ‘News of the World’, il quale dopo la chiusura del tabloid è stato invitato a fare una nuova richiesta di lavoro presso altre proprietà del gruppo Murdoch. “Credo che i lettori del ‘News of the World’ vogliano la stessa rivista e lo stesso personale che lo ha prodotto – ha concluso la Douglas – Esso esiste ancora e non ha fatto nulla di improprio o illecito, per quanto ne sappiamo: i problemi di ‘News of the World’ derivano dai misfatti dei dirigenti”. Una speranza per tutti i lettori che, dopo il “Thank you and Goodbye” di domenica scorsa, desiderano a tutti i costi che la rivista continui a vivere ancora per molto.
Emanuele Ballacci