Omicidio Rea, il padre di Melania: Per me Salvatore è l’uomo nero

E’ ancora giallo sull’omicidio di Melania Rea, la ventinovenne originaria di Somma Vesuviana trovata morta a Ripe di Civitella lo scorso 20 aprile. Unico sospettato per la morte della donna, il marito, Salvatore Parolisi, indagato per omicidio volontario aggravato. Proprio ieri mattina il caporalmaggiore ha ripreso servizio presso la caserma “E. Clementi” di Ascoli Piceno, dove, fino a qualche mese fa, lavorava come istruttore di reclute donne. Difficile immaginare lo stato d’animo di Salvatore Parolisi, costretto a tornare nei luoghi dove è stato consumato l’omicidio di sua moglie ed a ripercorrere con la memoria tutti quei tragici momenti, dalla scomparsa della donna, avvenuta il 18 aprile, fino al ritrovamento del suo corpo senza vita, due giorni dopo, straziato da 32 coltellate. Inoltre, sembra che Salvatore sarà costretto a soggiornare proprio presso la caserma, dal momento che, da qualche settimana, ha lasciato la casa di Folignano in cui viveva insieme alla moglie, il cui contratto d’affitto era scaduto.

Parla il padre Gennaro – Gennaro Rea, il padre di Melania, si è lasciato andare ad un altro sfogo proprio ieri pomeriggio, ai microfoni della trasmissione televisiva ‘Estate in diretta’: «Per me è l’uomo nero, in questo momento» ha detto Gennaro, riferendosi a Salvatore, «Gli ho dato mia figlia su un piatto d’argento, e lui non ha saputo proteggerla», ha aggiunto. “Riesce a guardarlo negli occhi?” gli ha, poi, chiesto il giornalista che conduceva l’intervista, e lui ha risposto: «No, dopo tutti questi tradimenti». Sarebbero proprio i tradimenti di Salvatore ad aver ferito i genitori di Melania, i quali, con grande dignità, continuano a ripetere che, nonostante i dubbi generati dai racconti ambigui e lacunosi del genero, ancora sperano che non sia stato lui ad uccidere la figlia. «Se sa, se può dire qualcosa in più, per il bene di sua figlia e anche per sua moglie…», ancora questo l’appello disperato di papà Gennaro, che da mesi chiede a Salvatore di collaborare con gli inquirenti, fornendo loro qualsiasi particolare di sua conoscenza, anche apparentemente insignificante, che possa contribuire a delineare un quadro più nitido dell’intera vicenda..

I dubbi su Salvatore – Il dolore della famiglia Rea è ancora grande ed è accresciuto dall’impossibilità, per ora, di dare un volto all’assassino della loro figlia. Infatti, benché la maggior parte dei sospetti si siano concentrati sul caporalmaggiore, manca ancora la “prova regina” che aiuti a svelare l’identità del colpevole. Nonostante i molti indizi a carico di Parolisi, infatti, gli elementi raccolti fino ad ora dagli inquirenti non basterebbero a far scattare il provvedimento di custodia cautelare nei confronti del caporalmaggiore, di cui da tempo si vocifera. Le indagini degli inquirenti vanno avanti, dunque, nell’attesa che vengano consegnati gli esami dei Ris sugli indizi repertati in questi mesi. Nello specifico, sembrerebbero particolarmente rilevanti, le analisi condotte sull’auto di Parolisi e sui due trolley sequestrati nei giorni scorsi nella sua abitazione di Frattamaggiore. Non trova conferma, invece, l’indiscrezione, trapelata ieri, secondo cui i cellulari di Melania e Salvatore avrebbero agganciato le celle telefoniche di Ripe di Civitella intorno alle 14.30 del 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania.

Francesca Theodosiu