Opposizioni: via libera alla manovra, Berlusconi se ne vada

Quattro giorni per fare una legge. Come auspicato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e sottolineato con un tono a metà fra la rassicurazione e la minaccia dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, il Parlamento si prepara a trasformare in legge entro domenica, con il Paese nel mirino della speculazione, il decreto sulla manovra economica.
Un’operazione che solitamente risulterebbe incompatibile con i tempi parlamentari che accompagnano l’approvazione di un testo così importante politicamente e rilevante sul fronte economico (si parla di circa 47 miliardi), si appresta ad andare in porto grazie alla svolta all’insegna della “responsabilità” decisa dalle opposizioni.
Partito Democratico, UDC e Italia dei Valori hanno infatti ufficializzato la volontà di contribuire ad un dibattito parlamentare “lampo”, rinunciando alla presentazione e discussione di un numero consistente di emendamenti.

Tremonti incontra le opposizioni. Terzo Polo: tempi brevi – Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha incontrato ieri nelle stanze del Senato i capigruppo dei partiti di opposizione e il relatore di minoranza Giovanni Legnini.
Il ministro, la cui volontà di privilegiare l’urgenza di una manovra restrittiva “lacrime e sangue” è uscita rafforzata dagli eventi degli ultimi giorni, ha voluto così raccogliere le aperture espresse dalle opposizioni, per evitare sorprese dell’ultimo minuto in aula, quando sarà fondamentale la massima cooperazione per approvare in tempi utili il documento.
Una linea condivisa dal Terzo Polo, che in una nota congiunta di UDC, FLI e MpA, ha chiesto alla maggioranza di “approvare la manovra in tempi certi: il Senato la licenzi nella giornata di domani, in modo che la Camera possa fare altrettanto entro la fine di questa settimana”.

Bersani: PD responsabile, ma Berlusconi se ne vada – Il Partito Democratico, come preannunciato ieri mattina dalla capogruppo in Senato Angela Finocchiaro, si prepara ad esprimere sulla manovra un voto contrario che, tuttavia, avrà la valenza di un “via libera”, in virtù dell’atteggiamento “collaborativo” promesso in aula.
“Noi – ha spiegato Bersani – per l’Italia facciamo la nostra parte e siamo fiduciosi ma non credo che Berlusconi sia un elemento di fiducia né per l’Italia né per il contesto internazionale.
Dopo la Manovra bisogna aprire una fase politica nuova per far riprendere il cammino al paese”.
Una “fase nuova” che passerà dalla richiesta di dimissioni del Governo che, già lunedì, sarà avanzata da tutte le opposizioni.

Mattia Nesti