Nicole Minetti è stata declassata: non più la tenutaria del “bordello“, così come era stata definita dai pm milanesi nella richiesta di rinvio a giudizio, ma soltanto “una delle tante” che ha cercato nella residenza del premier Silvio Berlusconi ad Arcore un modo per arrivare al successo. A sostenerlo è stato il legale della consigliera regionale, l’avvocato Pier Maria Corso, nel corso dell’udienza preliminare del processo in cui la Minetti è accusata, insieme al direttore del Tg4 Emilio Fede e al manager dei vip Lele Mora, di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile.
Atti mancanti – Corso, così come fatto precedentemente dai legali di Fede e Mora, ha fatto ufficialmente richiesta di non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste o per non avere commesso il fatto“. Stando alla ricostruzione fornita dall’avvocato difensore della Minetti, la presenza della donna a Villa San Martino non si sarebbe contraddistinta rispetto a quella delle altre: all’ex igienista dentale, divenuta poi consigliera regionale, non era stato assegnato alcun compito.
Il legale ha poi sottolineato come l’intera udienza preliminare dovrebbe essere sospesa perché “la Procura ha depositato atti incompleti, in lesione delle garanzie di difesa“. Il riferimento di Corso è alla documentazione che proverebbe come la Minetti si sarebbe scambiato un bacio saffico con Karima El Mahrough, la diciassettenne marocchina al centro dello scandalo sessuale che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile e concussione.
A tal proposito, l’avvocato ha voluto sottolineare la presunta inaffidabilità di Ruby, il nome d’arte di Karima: “Per esempio in una telefonata dice di essere stata sentita 32 volte dai pm ma sappiamo che non è vero. Vogliamo credere a una persona così?“, ha aggiunto Corso.
La prossima udienza del processo, intanto, è stata fissata per giorno 3 ottobre.
S. O.