Melania, legali Parolisi: Uccisa da una donna, dna femminile sotto l’unghia

Fosse una partita di calcio diremmo che sono saltati gli schemi, le squadre si sono allungate e si registrano continui capovolgimenti di fronte. Ma si parla di cronaca nera, di un omicidio accaduto quasi tre mesi fa a Ripe di Civitella e di un vedovo che si dichiara affranto per la perdita della sua Melania mentre per gli inquirenti sarebbe stato proprio lui a ucciderla.
Il caso Rea continua a vivere ore frenetiche: dopo la richiesta di arresto a carico di Salvatore Parolisi, motivata con il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove – e a tal proposito verrebbe da chiedersi in che modo, in questi tre mesi, si è tentato di salvaguardare l’integrità delle stesse -, e le indiscrezioni sui contenuti della relazione redatta dall’anatomopatologo Adriano Tagliabracci circa i risultati dell’autopsia, oggi a passare al contrattacco sono i legali dell’indagato, gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile.

Dna – I due, dopo aver pesantemente stigmatizzato la fuoruscita di notizie dalla Procura avvenuta ieri, non solo hanno ribadito la convinzione circa l’innocenza del proprio assistito ma sono andati oltre: a uccidere Melania Rea non sarebbe stato un uomo, ma una donna.
Il colpo di scena è motivato da un dettaglio che sarebbe contenuto nell’autopsia: sotto un’unghia della vittima ci sarebbero tracce di un codice genetico riconducibile a un essere umano di sesso femminile. Ciò, dunque, indirettamente costituirebbe la prova per cui, chiedere l’arresto di Parolisi, è stata un’azione avventata e per molti aspetti, ad esempio la mancanza di prove concrete a carico del caporalmaggiore del Reggimento Piceno, insensata.
Nonostante ciò, la decisione che dovrà essere presa dal gip Carlo Calvaresi potrebbe arrivare già oggi: per Parolisi potrebbe prospettarsi una custodia cautelare in carcere ma non sono da escludersi gli arresti domiciliari.
In ogni caso, sembra chiaro che bisogna aspettarsi nuovi colpi di scena nelle prossime ore.

S. O.