Manovra, Irpef: stangata per i redditi sotto i 20 mila euro

Dalle previsioni della voce.info, le detrazioni ridotte previste dalla manovra si concentrano sui redditi medio-bassi. E dal taglio agli sconti Iva ci saranno extracosti per altri 200 euro.
La stangata più dura, quindi, sarà per le famiglie con redditi modesti, quelle che versano le tasse, che pagheranno quasi il doppio di quelle abbienti. È quanto si evince dagli studi degli economisti della voce.info sulla clausola di salvaguardia delle detrazioni introdotta dalla manovra da 48 miliardi approvata d’emergenza lo scorso venerdì.

Effetto detrazioni ridotte. L’effetto regressivo della riduzione delle detrazioni, calcolato da Massimo Baldini, economista e docente, per il sito lavoce. info, colpisce i nuclei familiari con un reddito medio tra i 16 e i 27 mila euro che nel 2014, anno di piena efficacia della manovra, arriveranno a perdere 620 euro di agevolazioni, su un totale medio di 3 mila euro, vale a dire quasi il 21%. Il 10% più ricco delle famiglie, viceversa, quelle con un reddito superiore ai 54 mila euro, subiranno una riduzione di soli 364 euro.
Il ‘paradosso’ risiede nel fatto che all’aumentare del reddito le detrazioni Irpef a cui si ha diritto diminuiscono, e così i tagli lineari previsti in manovra, del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014 sulle 483 agevolazioni oggi esistenti, che ammontano a 161 miliardi l’anno e che dovranno garantire 4 miliardi il primo anno e 20 il secondo, finiscono per pesare molto di più su chi ha più sconti, cioè le famiglie con redditi medio-bassi che portano in detrazione parte delle spese per medici e farmaci, per l’istruzione dei figli, l’affitto, la previdenza integrativa, le ristrutturazioni, gli assegni al coniuge, gli interessi sui mutui, le detrazioni per il lavoro dipendente.
Tutto ciò, ovviamente, se entro il 30 settembre, come fanno notare sempre dalla voce.info, non sarà varata la riforma fiscale e assistenziale con tagli ad hoc.

Effetto tagli all’Iva agevolata. Alla stangata del taglio alle detrazioni va poi sommata quella relativa alla sforbiciata all’Iva agevolata del 4 e del 10% che oggi si paga sulla spesa, su medicine, libri, giornali, cellulari, sulla benzina, sulle ristrutturazioni, etc., anch’essa, di fatto, un’agevolazione fiscale e soggetta ai futuri tagli lineari.
L’analisi della voce.info calcola che i tagli del 5 e poi del 20% fissati dalla manovra equivalgono ad un aumento delle due aliquote agevolate rispettivamente al 4,7% e al 10,5% nel 2013 e al 6,8% e al 12,1% nel 2014. Anche in questo caso si un effetto regressivo, anche se più contenuto rispetto a quello del caso Irpef. Ciò perché, dicono gli analisti, “le famiglie ad alto reddito consumano molti beni e servizi oggi tassati al 4 o al 10%”. In valore assoluto, le famiglie con un reddito inferiore ai 12 mila euro nel 2014 pagheranno 119 euro in più, mentre quelle con un reddito sopra i 54 mila euro 313 euro in più.
Considerando i due effetti, Irpef e Iva, questa manovra peserà il 7% su chi guadagna al di sotto dei 12 mila euro, il 10% su chi denuncia tra i 12 e i 54 mila euro e il 9% sulle famiglie più abbienti.

Marco Notari