MotoGP, nessun divorzio – No, non sono state parole scontate. Stiamo sempre parlando di un nove volte campione del mondo, assoluto protagonista della classe regina da oramai un decennio ed improvvisamente costretto alle posizioni da medio-bassa classifica. Uno schiaffo morale, un calcio all’immagine da vincente che si è costruito con sudore e sacrifici. Perchè dunque continuare con questa avventura? Perchè voler salire ancora sopra la belva chiamata Desmosedici se lei non vuole essere amata? Ed invece Valentino onorerà sino all’ultimo la firma messa su quel contratto, rimanendo con Ducati anche nel 2012: “”Se resto in Ducati anche nel 2012? Mi sembra logico restare qui”
Due mondi diversi – Logico per lui, per i suoi tifosi. Ma in realtà scelta molto più coraggiosa di quella che sembra. La crisi tecnica è imbarazzante. Nel box rosso vi sono due filosofie di pensiero e lavoro che cercano disperatamente di convivere, con scarsissimi risultati. Da una parte il pilota, cresciuto e maturato con disegni e comportamenti delle moto giapponesi, scorrevoli in curva e prevedibili nei comportamenti ed evoluzione. Dall’altra la squadra di Borgo Panigale, piccola e romantica, alla ricerca di nuovi orizzonti mai provati prima, con una storia e tradizione italiana da preservare con vero orgoglio. Sono tutti insieme ora, ma la via per la felicità ancora non è apparsa ancora e non apparirà neppure nei prossimi mesi. Quindi sì, i presupposti per mollare tutto e dire addio vi erano, e certamente rimangono.
Non arrendersi – Si continuerà a provare e sviluppare il più possibile nelle prossime futuro. Vedremo altre scommesse, errori, sorrisi e pianti. Tutto per evitare la sconfitta, la triste resa. Ma se i risultati non cambieranno il divorzio è ovvio, se non giusto. Perchè un matrimonio può andare avanti nel tempo solo se c’è amore, vero amore. Gli interessi economici non potranno mai sostituire il sentimento, sopratutto nel mondo del motociclismo. Quindi si va’ avanti così, portando ben otto moto a Laguna Seca per capire se è meglio la dicitura Gp11 o Gp11.1. E poi i test a Brno, le gare del campionato, il ritorno delle mille. Rimanendo ottimisti, coltivando la speranza. Perchè se quel giorno arriverà allora sarà ancora più bello sentire l’Inno di Mameli. Un canto liberatorio per tutti, vicini e lontani. Una magia che ancora una volta assume i contorni del miracolo. In fondo “Non può piovere per sempre“.
Riccardo Cangini