Renzi rottama pure i dipendenti pubblici: Sono ‘fantozziani’. La replica: Fantozzi sarà lui

Matteo Renzi contro sindacati e dipendenti pubblici. “Mi ritrovo coi dipendenti che timbrano alle 14 e già un quarto d’ora prima sono in coda col cappotto, pronti per uscire. Chiamarli Fantozzi sarebbe far loro un complimento”. E’ polemica sulle parole del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che in una intervista rilasciata a SportWeek e pubblicata ieri sul sito del primo cittadino ha criticato i dipendenti di Palazzo Vecchio. Già nei giorni scorsi Renzi aveva annunciato, tra le polemiche, un provvedimento che riguardava la pausa sigaretta: in tutti gli uffici comunali bisognerà timbrare il cartellino anche per andare a fumare.

La frecciata ai sindacati. Il modello di lavoro ideale, ha spiegato Renzi, è quello di “Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Google. Ho visitato la sede di Mountain View e sono rimasto folgorato: niente badge, campi da ping pong, la parete per l’arrampicata. Mi piacerebbe che al Comune di Firenze si lavorasse così“. Ma non basta: il sindaco rottamatore  se la prende anche con l’impossibilità di licenziare i propri dipendenti, perché da noi “ci sono le tutele“. “Vuole sapere qual è l’organizzazione più lontana dalla mia generazione? I sindacati. Più di un iscritto su due è in pensione, mentre noi, se va bene, ci andremo a 70 anni. E hanno giri d’affari miliardari” è la conclusione di un sindaco di Firenze che rischia di rottamare anche se stesso.

La replica dei dipendenti. Le parole di Renzi provocano la sdegnata reazione dei “fantozziani” dipendenti comunali. “Fantozzi sarà lui, ci sono problemi di tagli che mettono a rischio i servizi comunali e lui gioca: è ora che cresca“, attacca Stefano Cecchi, della Rsu del Comune di Firenze.
“Forse – continua Cecchi – Renzi è così avanti che non vede quello che sta accadendo: ma invece di giocare dia risposte serie sui tagli“.

Raffaele Emiliano