Russia sulla Libia: “No al cnt. Trattiamo anche con Tripoli”

Ancora fermento diplomatico fra Libia e Occidente. Se sabato scorso si vociferava di un incontro in Tunisia fra rappresentanti americani del dipartimento di Stato ed emissari del regime, domani il ministro degli Esteri di Tripoli sarà a Mosca per incontrare il collega russo che ieri si è espresso contro il riconoscimento del Cnt da parte degli Usa.
Un riconoscimento che gli Stati Uniti hanno reso pubblico tre giorni fa. Anche se, sull’incontro della settimana scorsa sono arrivate da Washington precisazioni sul contenuto del colloquio. Il segretario di Stato Hillary Clinton, infatti, ha precisato da New Delhi che l’incontro aveva come unico obiettivo quelli di “consegnare un chiaro e fermo messaggio: l’unico modo per fare passi avanti è che Gheddafi lasci il potere”. Precisazioni che sono servite a dettare a Tripoli la linea chiara che Obama vuole mantenere nella crisi libica.
Anche se da Tripoli nessuno ha intenzione di sacrificare Il Raìs, anzi. Gli stessi portavoce di regime hanno immediatamente fatto sapere che Gheddafi non avrebbe alcuna intenzione di farsi da parte.
Sempre sul fronte diplomatico c’è attesa per l’incontro di domani fra il ministro russo Sergei Lavrov (foto) e Abdel Ati al-Obeidi, emissario del Colonnello. Soprattutto per il fatto che Mosca continua a non voler riconoscere il Cnt come legittimo governo della Libia. Pur mantenendo la volontà (e sarà questo lo scopo del colloquio) di trovare una soluzione alla guerra, cercando mediazioni come quelle che sta provando a mettere in campo l’Unione africana.
Resta il veto sul comitato nazionale di transizione. Lo stesso Lavrov è convinto che riconoscerlo significherebbe “parteggiare per la guerra civile”. Ciò non toglie che il Cnt, al pari degli altri gruppi di opposizione vanno considerati “partecipanti, parti dei negoziati”. L’incontro di domani, ha spiegato il ministro russo, si terrà nell’ambito degli sforzi delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana per mettere fine alle violenze in Libia: “Noi intratteniamo contatti con Tripoli e con Bengasi perché facciano prova di una posizione costruttiva e si mettano al tavolo dei negoziati”.

Cristiano Marti